In un primo momento può sembrare un controsenso “parlare” di protoni, spazi siderali, intelligenza artificiale, utilizzando un materiale antico come l’argilla. Eppure l’incontro dei due mondi è perfetto nell’interpretazione artistica di Albi, al secolo Alberto Pessani, da vedere nella mostra Argille astrofisiche alla Galleria MZ di Milano, fino al 10 novembre. Non tanto per la lavorazione, solo apparentemente primitiva, e la scelta dei colori e degli accostamenti forti e intriganti.
Vero responsabile dell’accordo il filtro dell’ironia che scherma tutte le opere. Ben evidenziato nelle frasi sui cartellini che accompagnano ogni pezzo e nella frase-spiegazione di Albi: “Perché l’astrofisica? Visto che non ho capito quasi nulla della fisica mi proietto su una astronave che a velocità pazzesca sfiorerà i misteri astrali”. Il percorso-racconto inizia sul perché di quell’acqua che ha permesso la vita, di quel campo magnetico che ci difende, del macigno che, caduto nell’attuale Golfo del Messico 65 milioni di anni fa, ha causato la sparizione dei dinosauri e di conseguenza ha favorito la vita dei piccoli mammiferi (uomo compreso). Una piastrella tonda con i menhir e un raggio di sole accennano a Stonehenge, un’altra con un nudo di donna rivela come gli antichi egizi consideravano l’universo. Si arriva quindi a Galileo che con un cannocchiale fonda la nuova scienza. Inevitabile, ma non scontato, il cenno all’intelligenza artificiale. Girando una corona si può cercare di capire se salverà il mondo. Dalla fisica quantistica, in un uovo da aprire, all’esopianeta con gli alieni di altri pianeti che trasmettono le onde sulle terra. Un microscopio e un cannocchiale pendono dagli occhi di una testa, mix di Max Planck, iniziatore della fisica quantistica, e Albert Einstein. In una ciabatta appuntita, un uomo seduto come Il Pensatore di Rodin, è depresso per essersi reso conto di conoscere solo il 10% dell’Universo. Il racconto o meglio il viaggio sull’astronave termina con le galassie, i pulsar, stelle di neutroni, e le nebulose che creano una fittissima nebbia. Cosa fare? “...procuriamoci pane, salame, formaggio e vino e brindiamo assieme perché in definitiva a noi ce piace de magnà e beve!”. Questa volta l’ironia diventa risata smaccata e liberatoria.


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