Mobbing Dick al Teatro Gerolamo di Milano è uno spettacolo che affronta, con tutte le migliori intenzioni e una comicità acuta e intelligente, come annuncia il titolo, il tema del mobbing sulle donne nel mondo dello spettacolo. Eppure non riesce ad avere la consistenza che potrebbe meritare. Nonostante l’eccezionale bravura di Caroline Pagani.
Autrice, attrice, oltre che regista e cantante, Pagani ha vinto vari premi tra cui quest’anno il Premio Tenco come Miglior Album a Progetto sull’opera del fratello Herbert, cantautore e artista morto nel 1988 a 44 anni. Sola in scena, con ogni tanto la voce fuori campo di Davide Livermore nella parte del regista, ricattante e abusante, balla, canta, parla, si dispera, ride. Diventa irresistibilmente comica e un attimo dopo seria, impegnata, fino a fare tenerezza. Interpreta un’attrice in un’audizione che si propone con vari personaggi shakesperiani dai più noti come Cleopatra, Giulietta, Lucrezia, Titania del Sogno di una notte di mezza estate ai meno conosciuti come Isabella di Misura Misura, commedia oscura del Bardo. Passa da un’eroina all’altra cambiando d’abito velocissima, senza mai far perdere il ritmo. Ogni tanto ritorna se stessa, l’attrice smarrita che invano cerca di sapere cosa deve fare per accontentare l’odioso regista, che cerca solo un fine in questo incontro. Perfette le "mises" dei vari personaggi, alcune da burlesque con nudità varie, ma mai volgari. Ottima la scenografia con il grande letto con coperta rossa e baldacchino e un paravento traforato dietro cui l’attrice si cambia. Per quanto evidenziato non riesce totalmente a convincere il raffronto tra la forma di abuso di cui è vittima l’attrice e la violenza subita dall’eroina shakesperiana. La comicità è forte, ben studiata, calibrata, ma forse il grottesco prevale troppo. Questa sera Caroline Pagani è di nuovo sulla scena al Teatro Gerolamo con Luxuriàs, ispirato a Francesca da Rimini sul tema del femminicidio.

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