mercoledì 15 aprile 2020

DIETRO LE QUINTE


Musei e gallerie sono chiusi, incerte e lontane le date di riapertura. Mostre e fiere d’arte annullate o rimandate a tempi da definire. Eppure mai come in questo momento c’è la possibilità di 

entrare dietro le quinte di un mondo sconosciuto ai più. In streaming, ovviamente. La Fondation Louis Vuitton di Parigi nei suoi settimanali incontri, con concerti e visite di mostre passate, lo scorso giovedì ci ha raccontato con commenti e  testimonianze dei protagonisti come è nata Observatory of Light, l’incredibile installazione di Daniel Buren, che ha colorato le vetrate dell’architettura di Frank Gehry dal maggio 2014 al maggio 2017. L’artista francese dopo aver studiato tramonti, albe, riflessi, ha realizzato dei pannelli colorati da applicare sulle vetrate a volta, per creare straordinari effetti di luci e ombre, sia dall’interno che all’esterno (in alto). Questi ultimi molto giocosi, in linea con l’atmosfera del vicino Jardin d’Acclimatation, il parco  divertimenti per bambini forse più attraente di Parigi.
Dalle OGR, Officine Grandi Riparazioni di Torino, complesso industriale di fine Ottocento trasformato in un centro espositivo, il direttore artistico Nicola Ricciardi nel progetto-rubrica Come nasce una mostra svela i retroscena dell’opening dell’OGR, avvenuto il 30 settembre 2017. Cioè la sistemazione delle due opere permanenti, le tredici placche metalliche di Procession of reparationists di William Kentridge (in basso)e il murale Track di Arturo Herrera (al centro). Le prime, enormi, arrivate dal Sud Africa dopo un mese di navigazione, dovevano essere posizionate in uno spazio, rivelatosi molto diverso da quello del rendering. Con  conseguente problema di cambiamento di luci che stridevano con le opere. Il tutto a una settimana dalla data di apertura. Il murale Track, con i suoi otto metri di altezza, doveva essere realizzato al momento, cioè tre giorni prima, dall’artista e dai suoi due assistenti, previa applicazione di un nastro adesivo sul muro, rivelatasi impossibile perché questo si sgretolava. Entrambe le operazioni sono andate in porto grazie a interventi miracolosi, nel primo caso della curatrice e del team del Castello di Rivoli, nel secondo delle ripetute prove del miracle worker Ronald. Testimonianze, aneddoti, curiosità per rivivere un’esperienza interessante, ma soprattutto per capire quanto c’è dietro a una mostra e a un’opera d’arte. Oltre alla scelta dell’artista e alla sua ispirazione.

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