Sono molti di questi tempi
le mostre, i film, i documentari che affrontano il tema dell’emigrazione. Ed è
un bene perché se ne parla sui media, ma mai abbastanza per far riflettere
sull’argomento in modo emozionale. Il film-installazione Carne y Arena di Alejandro Inarritu alla Fondazione Prada riesce a fare questo ed è un peccato che per
problemi tecnici non lo possano vedere in molti. Sulle grandi capacità del
regista messicano di colpire al cuore non si ha dubbi, ma quest’opera, perché
di questo si tratta, supera i capolavori che gli hanno fruttato ben quattro
Oscar. Certo il fattore interattività gioca una parte importante. Come il fatto
di essere soli ad affrontare l’esperienza. Da qui la necessità di prendere appuntamento,
di avere più di 16 anni e di firmare una liberatoria, cose che non rendono
facilmente accessibile Carne y Arena.
Per quanto si possa essere preparati e si sappia che si vivrà da vicino
l’esperienza dei clandestini sudamericani che cercano di entrare negli Usa,
l’emozione è comunque fortissima. Lascia senza parole, riempie di commozione e di rabbia. Si avverte
l’ingiustizia, l’orrore,la bieca ignoranza, la vigliaccheria da una parte e
dall’altra la determinazione, la volontà, la dignità mai persa. Senti le paure
di queste persone, il terrore, lo smarrimento, il sapersi in trappola. Per te sono cinque minuti, ma ti sembrano
interminabili, per loro sono giorni, mesi, anni. Tu sei a piedi nudi certo, ma
a una temperatura normale, loro nel deserto con un caldo soffocante o nel buio
totale al freddo. Impossibile dire di più non tanto per non togliere la
sorpresa, quanto perché le sensazioni ti restano dentro ben impresse, ma non riesci
a comunicarle.
giovedì 28 settembre 2017
lunedì 25 settembre 2017
CINA, GIAPPONE, INDIA...ANZI MILANO


Ultimo giorno di
sfilate a Milano. Il popolo della moda, dopo il green carpet della sostenibilità, si prepara a partire per Parigi.
Apre Daizy Sheely che riassume tutti i temi di tendenza. Dal plissé soleil alle frange, dalle piume agli
accostamenti a sorpresa di materiali.
Così il pizzo femminilizza il denim. L' abito in tessuto maschile è fasciante con
audace scollatura(foto al centro). Giada, marchio italiano disegnato da Gabriele
Colangelo di proprietà cinese, sfila nelle sale della Pinacoteca di Brera. E la
gente in piedi a pochi centimetri dai capolavori del ‘500 dà i brividi. La
verticalità è il punto forte della collezione. Abiti, giacche, spolverini, in
pelle e in tessuto, scendono fluidi. I
colori sono delicati come gli accostamenti, i tagli essenziali, i ricami
preziosi. Ritorna a Milano, dopo il debutto nel 2016 al teatro Armani, Mitsuro
Nishizaki con Ujoh, marchio del 2009. “Un nome di fantasia scelto per il
suono” spiega. Trentanove anni, nato nella Prefettura di Fukui da dove vengono
molti dei materiali usati, Mitsuro ha lavorato per sette anni con Yohji
Yamamoto, da cui ha preso la passione per reinterpretare il tailoring. Le
asimmetrie sono prevalenti, evidenti sia sul davanti sia sul retro dei capi.
Molti i dettagli funzionali oltre che esteticamente validi.Come i tagli sulle
maniche chiudibili con cordoncini(foto
in alto). SSheena, brand creato da Sabrina
Mandelli, special Guest di White, chiude le sfilate. E la passerella si sposta
dalla Sala delle Cariatidi in un’area al centro di Piazza Duomo con bianchi
divani e palloncini.La urban catwalk,
con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e il patrocinio del
Comune di Milano, è un ulteriore modo per rendere partecipe la città della
fashion week (foto in basso). L’ispirazione della collezione vaga dalle dive degli anni
Venti allo street style con tocchi
punk e ironici. Dal classico tailleur nero con frange inaspettate sul retro
della giacca allo spolverino-vestaglia fino ai piedi. Sul filo del Green Fashion Award, Chopard nel negozio
di Via Spiga ha presentato una capsule di gioielli disegnati da Rihanna in oro ethical fairmined, cioè estratto dalle
miniere in condizioni di lavoro sostenibili e ceramica green. Sono anelli con o senza brillanti, collane, bracciali e
orecchini. Madrina dell’evento Livia Firth, fondatrice e direttore creativo di
Eco Age e mente organizzatrice del Premio. Last but not least, come l’anno
scorso sfila la moda cinese di Shenzen. Sulla passerella della Sala del Tiepolo
di Palazzo Clerici i capi sartoriali di Ellassay, lo stile punk di La Pargay,
le evoluzioni del cheomsang di Ming Yue
He e i lunghi in seta ricamata di Heyi. Soebedar mostra le sue scarpe nel
giardino dell’Hotel Four Seasons appese come fiori a due alberi. Sono prodotte in Italia con materiali
italiani, ma la stilista e creatrice del marchio Sieta Soebedar vive in Olanda,
è nata e cresciuta in America, ed è di famiglia indiana. Fedele alle tradizioni
guarda per le sue creazioni i pavoni e il fior di loto.
domenica 24 settembre 2017
A QUALCUNO PIACE VERDE

sabato 23 settembre 2017
LA MODA DA' SPETTACOLO



Tra
le sfilate di Milano il premio per la più spettacolare, nel senso stretto del
termine, lo merita quella di Antonio Marras. Che come dice qualcuno dovrebbe
decidere se fare lo stilista o lo scenografo. In realtà riesce a fare le due
cose egregiamente. Sulle note di musiche felliniane sfilano uomini e donne (più
amici che modelli) con abiti, giacche, spolverini, pantaloni dove il gusto per
il ricamo, l'applicazione, la rottura degli schemi è vincente. Precede e segue il
volo sull'altalena di una trapezista. Il tutto nel cantiere del Teatro Lirico
in restauro (in alto a sinistra). Da John Richmond le frange sono il filo conduttore nei capi per
lui e per lei. Diverse le trasparenze, i giochi di plissettature, le stampe. Immancabile
il denim, anche per la giacca da sera, illuminata di cristalli. Nel giardino
dell'Hotel Four
Seasons, Castaner, mitico marchio spagnolo di espadrilles,
ha presentato ieri la collezione disegnata da Manolo Blahnik, destinata a
far sognare molte donne. Pronti per il sogno e i red carpet 25 abiti haute
couture di Raffaella Curiel. Ora sfilano nell’atélier, ma presto saranno in
passerella a Shanghai per l’inaugurazione del nuovo negozio di Mr. Zhao (ne
aprirà 18 entro il 2018), il magnate cinese, ex fotografo e giornalista, che ha
acquistato il marchio. Molto colore nelle borse di Elena Ghisellini in rafia, pelle, pvc. Nappa e neoprene, elaphe (rettile esotico)
e lino: vari
accostamenti di materiali per le raffinate borse di Rodo. Le piscine
hollywoodiane degli anni ‘90 sono la cornice-ispirazione da Giuseppe Zanotti Design. Uso di plexiglas quindi, di sughero per la
zeppa e perfino di neoprene stampato per stivali e tronchetti. Stelline
brillano sulle proposte da sera, mentre
cristalli illuminano le sneakers piuma(al centro a sinistra). Anche Simonetta Ravizza punta sul
colore per le sue girls che escono con Furrissima, l’iconica borsa in visone,
in mano e una versione piccola legata alla cintura. Indossano leggere vestaglie
in suède, spolverini di pelle maculata o damier, giacchini con stampa che
ricorda le carte da parato. L’optical domina da Aquilano Rimondi che propongono
abito trench, pantaloni con banda laterale tipo tuta, impermeabili in ciré. Ogni
tanto flash di rosso e di giallo. Cividini
si ispira a Gauguin del periodo tahitiano. Non per i colori che sono tenui, quanto per la
stilizzazione delle stampe. Le linee sono morbide, il tessuto scivola sul corpo
con eleganza, la geometria è il filo conduttore. Come sempre(in basso a destra). Da Missoni Angela
festeggia i venti anni di direzione artistica con una sfilata in giardino, sotto
un tendone nei colori tipici della maison. Sovrapposizioni, accostamenti
inediti, lavorazioni particolari. Per lui il giubbotto è rivisto con mille righe multicolori, per lei
la tuta è in una rete con toni in gradazione. Molti applausi e un Happy Birthday a sorpresa nella colonna
sonora ( al centro a destra).
venerdì 22 settembre 2017
NOSTRA ECCELLENZA


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