mercoledì 15 luglio 2015

PROFUMO DI QUADRO


Chissà se il grande pittore parlava mentre ritraeva il personaggio e cosa avrà detto o pensato durante la posa il soggetto ritratto? Quel sorriso impercettibile, quel certo sguardo ambiguo  sarà stato richiesto dall’artista o sarà venuto spontaneo al modello? Se poi il pittore era Leonardo da Vinci e il soggetto Cecilia Gallerani, la dama dell’ermellino del quadro conservato a Cracovia, gli interrogativi si moltiplicano. Perché non guarda davanti a sé, ma di lato, perché è immobile mentre l’animaletto ha tutta l’aria di volere sgusciare dalle sue braccia, tanto che ha sollevato con le unghie una parte della manica? Forse qualcuno è entrato nella stanza, ha distratto la dama e impaurito l’ermellino? Trovare le risposte diventa qualcosa di più di un gioco.  Si va indietro nel tempo, si ripercorre la storia, ci si incuriosisce sui particolari, si cerca di rivivere il passato. Ed è su questo che punta la stanza dedicata al famoso quadro nella mostra Leonardo 3-Il Mondo di Leonardo, da vedere  per tutto il periodo dell’Expo, e anche dopo, in Piazza della Scala a Milano. Se per il visitatore può essere, oltre a un approfondimento culturale, un reale divertimento, per gli ideatori del progetto c’è uno studio attento che riguarda le tecniche artistiche, in un certo modo la psicologia, gli usi e i costumi dell’epoca. Dal pannello interattivo si può individuare la possibile stanza  dove avvenne il ritratto, la posizione della donna, leggerne la storia, conoscerne il livello  culturale e forse anche  i pensieri. E per immergersi completamente nell’opera Elisabetta Invernici (giornalista e responsabile delle Edizioni Evi) ha addirittura creato, in collaborazione con Aria Profumata (azienda che si occupa di comunicazione olfattiva)la possibilità di un’esperienza olfattiva. Ecco il profumo del legno di noce, con cui è fatta la tavola del dipinto, le note fiorite che raccontano la sensualità della giovane Cecilia, incinta del figlio del suo amante Ludovico il Moro, quelle agrumate legate alla sua giovinezza, una lontana nota di selvatico data dall’ermellino, e poi le note ambrate del mistero che avvolge il tutto.  

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