Il libro s’intitola Il giardino delle delizie e il suo autore è un architetto. Immediato pensare che si tratti di un architetto di giardini. E invece no. Ugo La Pietra è anche un editor, un musicista, un fumettista, un pittore, un cineasta, ma nella progettazione non tratta giardini. Li tratta d’artista, nel senso che oltre ad aver scritto altri libri sui giardini, li studia, li dipinge, li disegna. E nella mostra, aperta alla Galleria Paula Seegy a Milano fino al 30 novembre, si trovano ben 27 delle sue opere in gran parte inedite, tra acrilici su tela, su legno, su carta, oltre a un album di disegni. Ma dietro a questi lavori c’è tutto un pensiero che La Pietra ha ben espresso ieri alla presentazione del libro in galleria.
Ha parlato di urbanistica, di natura, di artificio. Perché il giardino è espressione del rapporto tra natura e struttura e dal punto di vista artistico nei giardini si fondono l’arte concettuale e la spettacolarità, due correnti artistiche che lo stesso La Pietra ha attraversato o comunque ne è venuto a contatto. Nei suoi dipinti si percepisce l’amore per i giardini “meta di riposo psicofisico, luogo dove coltivare …spettacolarità e concettualità”, “spazio organizzato per il piacere”, “espressione del superfluo”, “sinonimo di paradiso”. Da cui la serie Il giardino delle delizie. Ma anche l’incontro tra struttura e natura : è il caso dell’affascinante serie Gazebo (foto in basso). Nel libro scrive di fare attenzione al rapporto architettura-natura perché con il tempo vince la natura. Il suo discorso si "allarga", passa dal parlare del giardino come luogo di rifugio e contemplazione ai gazebi come luoghi di decompressione che nelle città potrebbero offrire un rimedio all’inquinamento acustico e atmosferico. Evidenzia come in Italia, a differenza dei paesi soprattutto del nord, non ci siano parchi urbani. Un filo poetico aleggia su tutto. Riporta frasi come quella di Gilles Clément (botanico, paesaggista, entomologo che da anni conduce esperimenti nel suo giardino nella Nuova Aquitania, in Francia):"...il giardino sembra il solo e unico territorio d’incontro tra l’uomo e la natura, dove il sogno sia autorizzato". E osservando i suoi quadri il sogno continua. In linea ed esaustiva la prefazione del libro di Manuel Orazi.