Un modo insolito di parlare di un tema affrontato da una miriade di punti di vista, come la libertà. E’ quello di Paolo Nori scrittore, traduttore dal russo, voce originale della scena letteraria e teatrale italiana, nello spettacolo La Libertà.Primo Episodio da ieri al 20 novembre al Teatro Menotti di Milano.
Nonostante inizi il suo monologo citando colossi della letteratura russa tra cui, sconosciuti ai più, Daniil Charms (S.Pietroburgo 1905-1942)e Iosif Brodskij (S.Pietroburgo 1940-New York 1996), non fa cadere dall’alto le loro affermazioni. Anzi fa emergere i loro dubbi sulla difficoltà di trovare delle risposte, legandole anche a quel concetto di libertà espresso nello stornello dell’anarchico Pietro Gori, autore di Lugano Bella: “Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà”. Il tutto collegandolo a ricordi personali, aneddoti, frasi sentite in giovinezza e non solo nella sua Parma. Per arrivare, ma senza alcuna presunzione, alla conclusione che la libertà scorre sul filo della relazione tra noi e chi ci governa. Sempre con un tono piacevolmente colloquiale che fa riflettere ma anche sorridere, addirittura ridere talvolta. Perfettamente studiate, e sulla stessa linea, le musiche composte e suonate da Alessandro Nidi, oltre che da Andrea Coruzzi e Filippo Nidi e dallo stesso Paolo Nori alla tromba. Dal 21 al 23 novembre Nori è di nuovo sul palcoscenico del Teatro Menotti con La Disperazione. Secondo episodio. Sempre una tappa di quel percorso, questa volta più intimo, puntato sui momenti difficili personali e sulla speranza, “un ciarlatano che non smette di imbrogliarci…io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa”.












