Breve ma intenso, si potrebbe dire con una battuta retorica, dello Scali a mare Pieve Ligure Art Festival conclusosi ieri sera. “In bellezza” con Storie Sconcertanti di Dario Vergassola allo Scalo Torre. Per continuare con le frasi fatte. Più di un’ora e mezza di racconti, descrizioni, ricordi, flash di interviste , ritratti di persone, storielle, quasi barzellette, ogni tanto cantate con l’accompagnamento di una chitarra e intramezzate da commenti dettati dal momento. Sulle luci, gli sbagli del tecnico daltonico, il pubblico appollaiato sulle rocce più alte "essendo ligure convinto di dovere pagare un biglietto". Per sedere sulle seggiole, troppo poche, o sui bordi della spianata di cemento tra le rocce, dove “ verrà costruito un parcheggio a 4 piani” (ovviamente secondo una battuta vergassoliana). Ma anche sulla magnifica luna piena davanti all’artista e alle spalle del pubblico.
Tutto detto con una velocità incredibile, sempre scandendo perfettamente ogni parola. Senza dare il tempo di ridere, perché già sollecitati dalla frase seguente. Così numerose e così svariate queste, anche per i temi scelti, da avere difficoltà a ricordarne solo una minima parte. E questo, a detta di molti naturalmente ridendo soddisfatti, il difetto dello spettacolo di Vergassola. Certo le esclamazioni triviali sono state numerose, come molte le allusioni “vietate ai minori”, ma niente gratuito, per compiacersi o acquistare audience. E tutto soprattutto inedito e assolutamente in linea con i tempi e la cronaca. Perfino trattando argomenti risaputi o attaccando personaggi patrimonio del repertorio dei comici.