mercoledì 3 luglio 2024

IL RICHIAMO DELL' OBELISCO

Discreto nel suo rigore geometrico, sobrio nelle tinte scure dei materiali in cui è realizzato eppure Obelisco di Maria Cristina Carlini, in Piazza Berlinguer a Milano, cattura immediatamente lo sguardo. Anzi dà un’identità, una fisionomia, una forte connotazione a una piazza che, fino al 21 giugno, data del collocamento della scultura, era solo un incrocio di strade, non degna del grande personaggio al quale era dedicata. 



Alto più di 4 metri, è in acciaio corten, materiale prediletto dall’artista, che avvolge e ricopre legno di recupero con dei fori. Una struttura di base con una sua vita, essendo stata un tempo parte di una stalla, che dialoga con il rivestimento aggiunto. E che rimanda al passato, alla memoria, tema ricorrente nella poetica di Carlini. E quindi alla titolazione Obelisco che, come ha detto Flaminio Gualdoni, curatore dell’evento per la donazione, patrocinato dal Comune di Milano, “rimanda alla celebrazione monumentale…un omaggio alla ‘storia senza nomi’ quella fatta non da eroi ma da una comunità che si riconosce e si stringe a un valore antico e condiviso”. Un’opera che, come svariate altre di Carlini, sparse nel mondo, sorprende e colpisce nel segno, proprio per il senso del ricordo ben reso dalla  contrapposizione di materiali con una loro vita passata e l’intervento artistico quanto mai contemporaneo, quasi futuribile. Anche "raccontato" nella piccola mostra che ha accompagnato fino al 30 giugno la posa dell’Obelisco. Nella sede culturale del municipio di zona, infatti, sono stati esposti dieci pannelli fotografici che documentavano il percorso dell’artista, oltre che video e interviste sul suo lavoro. 



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