giovedì 8 dicembre 2022

RICORDI NON PERDUTI

La scenografia è intrigante:  dei lumi per terra a formare un percorso e un grande orologio di ispirazione daliniana che pende dall’alto. Si presenta così il palcoscenico di Via del Popolo al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano fino all’11 dicembre. 


Subito dopo l’apertura del sipario entra Saverio La Ruina autore e unico attore. Quel percorso è, ma solo inizialmente, quello di un cimitero, in cui La Ruina cammina con il suo amico Tonino. Poche battute in prima persona con ricordi flash divertenti che preparano all’atmosfera del paese, Castrovillari in Calabria, anzi di quella strada, appunto Via del popolo, dove si svolge la storia. O meglio una doppia storia, attraverso cui La Ruina racconta con episodi e incontri della sua vita nell’arco di più di cinquant’anni, il cambiamento del mondo, del modo di pensare, delle abitudini.  Quei duecento metri  che ora si percorrono in pochi minuti, hanno rappresentato molti anni fa un percorso di mezz’ora. Scandito da chiacchiere, commenti, pensieri, piccole rivalità, anche sogni. C’era un falegname, un fabbro che magicamente risolveva i problemi, un ristorante, due bar, fra cui quello del padre dello stesso Saverio, con i suoi avventori fissi, tre negozi di alimentari e poi il cinema Ariston, dove il vero film si svolgeva di fuori più che all’interno e i film non avevano mai finale, ora diventato un parcheggio. Al racconto dei vari luoghi si intrecciano i ricordi di amori, sperati e veri, di colloqui con il padre, di risate con amici, di shake ballati con energia. Tutto sul filo di un’ironica malinconia, senza dare giudizi o lasciarsi prendere da nostalgie ridicole e patetismi. Quando esce per gli applausi La Ruina è visibilmente commosso. Come il pubblico.  



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