mercoledì 25 novembre 2015

C'ERA UNA VOLTA


Una poltrona imponente nel mezzo di un giardino e a far da quinta un quartetto d’archi. Donne che leggono in un grande prato, i testi illuminati da una piccola lampada con solo una candela ai loro piedi. Sono alcune immagini della seconda edizione. La terza, visto il successo, avrà più interventi, più artisti, più favole… Sì, favole perché si sta parlando del Festival della Fiaba di Modena, la cui terza volta sarà in giugno. Non ci vogliono studi di psicologia per rendersi conto che le favole sono molto di più di racconti per bambini. Secondo Nicoletta Giberti, ideatrice e direttore artistico della manifestazione, mettono in scena l’identificazione del sé. “Il cavaliere che sconfigge il drago 
                                   non salva la principessa, ma salva se stesso” spiega. “Bisogna far luce sui tanti luoghi oscuri che la fiaba racchiude” ribadisce Michele Collina, docente di lettere e uno dei relatori. Per questo ogni giornata si aprirà con una conferenza in cui dal linguaggio semplice e lineare delle fiabe si trarrà ogni volta qualche elemento complesso e si indagherà su questo. E tutto   in  forma interattiva, senza uno stacco dal pubblico. Tema specifico di questa edizione la relazione della fiaba con il tempo. Come cioè la favola si componga di passato, presente e futuro, attraversi indifferentemente il mondo dei vivi e dei morti, e sia un altrove di cui C’era una volta è la porta d’entrata. Perfettamente coerente è la sede scelta, Villa Sorra, una delle più scenografiche ville del modenese utilizzata da Pasolini per Salò o le 120 giornate di Sodoma. La serra,  allestita con un palco e un’area espositiva, sarà un ideale secret garden per mostre, video proiezioni, spettacoli, installazioni, concerti, gli incontri d’apertura e naturalmente le fiabe.  Anche queste, come tutto quello che verrà presentato qui, saranno inedite e prodotte ad hoc. A chiusura  verrà inaugurato, in un ex capannone industriale  vicino al centro storico, il Filatoio, laboratorio permanente del Festival. Progettato da un architetto e realizzato interamente a mano da un artigiano e macchinista teatrale  ospiterà una cucina,  una caffetteria, un salotto con libreria, dove leggere non solo fiabe, e un palco per concerti e performance.  



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