martedì 8 gennaio 2013

LIKE A VIRGIL


Virgil Oldman (Geoffrey Rush) in "La migliore offerta"
Per quanto si parli d’ innovazione, la moda maschile sembra sempre la stessa, con solo piccoli mutamenti. Mai niente di eclatante. I pantaloni non si allungano e non si accorciano come le gonne.  I colletti possono ridursi, allargarsi, diventare più geometrici o al massimo scomparire . Ma non si vedranno mai scolli davanti o dietro moderati, profondi, vertiginosi.  Le linee possono essere  più o meno asciutte, ma non ci saranno mai capi strizzati, dipinti addosso e  ancor meno giacche o cappotti a sacco, a trapezio, extralarge. Anche sui colori non si può puntare. Difficile pensare a total look verdi o rosa shocking,   proposti e riproposti invece per la donna. Eppure l’eleganza nell’uomo esiste e non  significa attenersi  al classico e ai tessuti deputati. Virgil Oldman (Geoffrey Rush) di “La migliore offerta” (il film di Tornatore nelle sale ora) riesce a stupire per il suo modo di vestire, raffinato, ma  mai lezioso o effeminato, tra le righe, ma soprattutto mai banale. Eppure indossa completi(firmati Brioni) con gilé e cappotti diritti. Ed è un  signore sessantenne, non certo con il fisico del modello. Alle volte osa ai polsi della camicia bianca  enormi bottoni  dorati, o cravatte in forte contrasto cromatico. Eppure niente di quello che indossa è forzato o fuori posto. Giochi di equilibri, calibratura dei dettagli, attenzione ai tessuti, rigore, ma fantasioso, negli accostamenti.  Una ricetta vecchia forse, ma infallibile. La dimostrazione si può avere al Pitti Uomo, entrando negli stand, toccando i capi, studiandoli da vicino   senza fermarsi alla visione d’ensemble, sempre un po’ piacevolmente ruffiana.  E il nuovo progetto I Play, con  proposte che uniscono lo stile metropolitano al tecnico sportivo, è un’ulteriore sfida-conferma.

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