venerdì 23 marzo 2012

EFFETTO MORANDI



Per quante mostre di Giorgio Morandi si abbia visto,  e ce ne sono state molte in giro, c’è sempre da scoprire qualcosa di nuovo nelle sue opere. Un  particolare, una sfumatura di colore assolutamente incredibile, un  tratto, una linea.  Un piccolo vaso di fiori, 10 cm. per 10, può dare un’emozione, che magari non si era avuta la prima volta che lo si aveva visto.  Bottiglie, paesaggi    costruiti come forme geometriche,  un solo ritratto,  un autoritratto.  Tutto con una ricerca prospettica inedita, che lo ha fatto definire da molti critici pittore d’avanguardia e forse per questo, sempre così interessante. Non è un caso che quadri di Morandi siano entrati in ambientazioni cinematografiche. Lo si scopre nella mostra al Museo d’Arte a Lugano, fino al 1° luglio. E non sono solo  film italiani. Anzi la prima apparizione è in una pellicola americana  “Un bacio e una pistola” di Robert Aldrich (1955). Una natura morta con bottiglie è inquadrata a fianco di Mastroianni  in  “La Dolce vita” (1960).  L’anno dopo un’altra è di spalle, sempre a Mastroianni,  in “La Notte” di Antonioni. Una piccola natura morta compare  per la prima volta in un film a colori ed è nelle mani  di  Tilda Swinton, protagonista di “Io sono l’amore” di Guadagnino (2010).A confermare ulteriormente l’avanguardia dell’opera di Morandi, sono esposte anche sculture, pitture, installazioni di artisti contemporanei “con assonanze e rimandi”. “Senza imporre degli accostamenti , ma stimolare dei percorsi mentali” ha spiegato Marco Franciolli,  direttore del Museo e curatore della mostra insieme a Maria Cristina Bandera.
www.giorgiomorandilugano.ch

 



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