lunedì 27 febbraio 2023

BYE BYE MILANO

Ultimo giorno della Fashion Week milanese, solo in streaming. Ad aprire Alabama Muse con un quadretto pop alla Cuore Selvaggio, il pluripremiato film di David Lynch del 1990. Perfetto per far indossare alla coppia d’innamorati le pellicce animal free ideate da Alice Gentilucci (foto sotto, a sinistra). Made in Italy, sono in plastica riciclata  biodegrabile al 100%. Richiamano la volpe, la kidassia (capra dal pelo lungo), l’agnellino, lo sciacallo selvatico. A volte le diverse pellicce sono accostate tra loro in un creativo patchwork.  A completare il look, maglieria in cashmere di riciclo al 95% e di lana al 5%. Con inserti di pelliccia, decorazioni alla norvegese, varietà di punti. E ancora le mitene in pelliccia, la balaclava  (passamontagna) lavorato a jacquard e il colbacco di volpe o la volpe intera da portare come una sciarpa al collo, stile anni 40. 

 




Lo spirito british-country di Husky è rievocato nel video girato a Milano, tra i Giardini Pubblici e la Villa Reale, interrotto da flash di una Londra da cartolina. Tra le novità la giacca trapuntata  che pesa 80 grammi, la Riding jacket doppiopetto con pelle sui gomiti e sul collo, la nuova Competition  con inserti in nylon trapuntato. E poi ancora il bomber  con dettagli di pelliccia  e il giubbotto con ricami floreali in 3 D sul retro (foto a destra). La giacca con l’immagine aerografata di Carlo d’Inghilterra verrà regalata al neo-re il giorno dell’incoronazione. Laura Biagiotti ritorna al Piccolo Teatro per la sfilata in digitale. Scintillii di tessuti metallizzati, iridescenti, con reti di cristalli, si alternano al cashmere icona, intrecciato con fili di lurex. Molte le gonne di varia lunghezza, da indossare sopra il pantalone e sotto lo spolverino.  Ritorno del tailleur pantalone in tessuto finestrato o in un gessato reso femminile dai bagliori (foto in basso). A chiusura, Passo a due di Eleonora Abbagnato, danseuse étoile dell’Opéra di Parigi, e Jacopo Tissi, primo ballerino del Bolshoi. Che escono per i saluti con Lavinia Biagiotti Cigna. Ha chiuso i battenti ieri White, 300 marchi presenti tra Superstudio e Ansaldo e ottimi numeri per quanto riguarda i visitatori. Un’esplosione di creatività che si notava anche negli allestimenti degli stand e perfino nei nomi dei marchi. Facing the new  s’intitola questa edizione, che significa stare al passo con i cambiamenti, trovando nuovi modi per raccontare la moda. Dando importanza alla sostenibilità e valorizzando l’artigianato, diventato il vero strumento innovativo. Così Vusciché ,brand abruzzese  ricicla per i suoi capi, dalle linee fluide e le asimmetrie, le vecchie coperte della tradizione. Forti anche le contaminazioni con l’arte.  Così Maria Calderara nella collezione chiamata Questo è burro introduce frammenti d’ immagini della Land art del poliedrico artista Luca Maria Patella. Molti, più del solito, gli espositori di calzature. Dal marchigiano Duca D’Ascalona, con scarpe realizzate con sughero e legno, al parigino Calla con le babbucce fatte a mano da artigiani di Marrakech, utilizzando tappeti berberi. 


domenica 26 febbraio 2023

BRAND DI TUTTI I PAESI, UNITEVI !

La Milano Fashion Week è sempre più internazionale, non solo per pubblico e buyers ma, soprattutto, per la provenienza dei brand. Ad aprire la giornata oggi Hui, da diverse stagioni presenza fissa sulle passerelle.  Questa volta Hui Zhou Zhao, direttore creativo, s’ispira a un tessuto ricamato della dinastia Qing, visto al Museo della moda del Centenario di Shenzen, di cui è fondatrice e curatrice. Ecco sete con stampe che ricordano la casa "regno della donna cinese", con sovrapposto un pizzo di paillette, decisamente occidentale. O la stampa con magnolia per i nuovi pigiami genderless, ispirati alla leggenda di Hua Mulan, che si travestì da soldato per andare in guerra al posto del padre, ripresa in un noto film d’animazione. Altro simbolo il drago: sulle scarpe, le calze o in un disegno pixelato sulla finta pelliccia. Emblematico del mix di culture il grande mantello, patchwork di maculato, finestrati e sete orientali. 

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La cinese Anna Yang per Annakiki pensa a un mondo post-apocalittico e punta sul cyberpunk. I tessuti sono metallici, le spalle di giacche, cappotti ma anche di abiti sono oversize, sovente formano delle alette, le maniche sono ondulate o a palloncino. In contrapposizione alla vita segnata. L’ampia gonna lunga fino ai piedi di piumino è accostata, in contrasto-accordo, con un bustier dipinto addosso. Sia per lei che per lui c’è un pied-de-poule rinnovato. Come rivisitato è il camouflage sul bianco e nero per cappotti e giacche. Il giapponese Atsushi Nakashima gioca con i materiali e le geometrie. Niente è scontato o prevedibile, l’asimmetria è un filo conduttore. Abiti con una sola manica, lunghezze diverse nello stesso capo, drappeggi a sorpresa. Tagli e spacchi. Per lei e anche per lui. All’internazionalità contribuiscono varie iniziative rivolte a coinvolgere brand e stilisti di altri Paesi, tra cui svariate quelle di Camera della Moda, come la Budapest Select alla nona edizione. Con tre neonati brand nel Fashion Hub e quattro (Abodi, Cukovy, Kata Szegedi, Thefour) che hanno sfilato nella Caserma di Corso Italia. Modes, il flagship store di Piazza Risorgimento con l’Afro Fashion Association ha dedicato le sue dodici vetrine ad altrettanti designer di varie parti del mondo selezionati da Vogue Italia(foto in basso). Completamente made in Italy, ma di certo internazionale per la diffusione, Eleventy. Come spiega Paolo Zuntini, direttore artistico oltre che fondatore insieme a Marco Baldassari, la collezione nasce dal desiderio di riconnettersi con la natura, quindi capi confortevoli in cui sentirsi bene in colori caldi, beige, cammello, grigio, azzurro e molto bianco. Volumi fluidi e di provata vestibilità. Tra i pezziforti il bomber e il gilet lungo e corto in shearling, gli ultimi due reversibili, e il tailleur pantalone in nappa. Con fili di lurex, inserti in pelliccia, frange, la maglieria (foto in alto) 

sabato 25 febbraio 2023

RITORNO AL FUTURO

Giornata piena. Di spunti, idee, progetti, cambiamenti, piccole rivoluzioni, ma anche rievocazioni e recuperi. Banalità:  occhio al futuro con molti occhi al passato. Questa potrebbe essere la tendenza, per ogni marchio con le sue sfaccettature. Philippe Model Paris, nella seconda collezione di abbigliamento, riprende i concetti delle sneakers di cui è un guru. Capi classici dalle linee pulite, in materiali confortevoli e quello spirito francese sempre molto apprezzato. Pezzoforte le sneakers, sei da donna e sette da uomo, con mix di materiali d’archivio recuperati. Ogni taglia con un elemento distintivo. 




Sono sneakers responsabili quelle della capsule di Baldinini realizzata con ACBC (Anything Can Be Changed) leader nella progettazione e produzione di prodotti sostenibili. In materiali scarti dell’agroalimentare hanno stringhe in plastica riciclata e suola in gomma riciclata e bio-Eva, materiale  biosintetizzato dalla canna da zucchero. Solo la fodera è in poliestere riciclato, non completamente sostenibile, ma più duratura, per conciliare estetica e funzionalità. In pelle, invece, lo stivaletto texano con frange.  Anche Zanotti propone il texano con strass sul tacco. E’ uno dei new classici, cioè pezzi del suo archivio aggiornati: la pump con tacco supersottile o il sandalo con listelli alla caviglia, quasi uno stivaletto aperto. Nuovo tacco, quasi una zeppa per i cuissard. Stivali e stivaletti con coulisse e pieghettature per accompagnare le borse di Rodo. Dalla nuova Paris  più morbida, in velluto stampa coccodrillo al modello con piega di varie misure in seta e in pelle con tracolla. Fino alle clutch con applicazioni di strass e cristalli o in vernice anni 70. I colori della natura  per le borse in pelle di Il Bisonte che seguono la tradizione, ma senza nostalgie e con nuovi dettagli. Come il motivo dello snodo sui manici e lungo i lati o la fibbia particolare o una certa leggerezza pur nello strutturato. Un viaggio nello spazio quello che fa compiere Borsalino con la prima collezione disegnata da Jacopo Politi. Sono i loghi metallizzati, le laminature nella tesa del classico feltro, non più di coniglio ma di lana per motivi etici, gli strass sul nastro,  le micropaillettes sul cappello con visiera in pesante tweed, il maculato brillantato (foto al centro). Arancione e rosa i baschi. “Il piumino può essere sartoriale”  o  “Con il piumino si può fare tutto,  dal bikini all’abito da sera con strascico" sembra dire il designer cinese William Shen con Raxxy. E l’effetto è scenografico (foto in basso). Dreams in Paradise s’intitola la collezione Sarawong. Che mette insieme tessuti e maglieria prettamente occidentali, con patchwork di stampe orientali. Linee e colori seguono il dualismo. Arthur Arbesser presenta la collezione nel suo atélier affacciato sulla Basilica di Sant’Ambrogio. Pochi pezzi dietro ai quali si avverte il piacere della progettazione. In primo piano le stampe. Da quelle ispirate ai dipinti del trisnonno, pittore in giro per il mondo negli anni ’50 dell’Ottocento (foto in alto), a quelle realizzate scannerizzando composizioni con carta velina, spugna, colla, acqua. Linee minimali ma con un inserto, un tulle sovrapposto, un drappeggio, che rendono i capi femminili e donanti. 

venerdì 24 febbraio 2023

DALLA TESTA AI PIEDI

Sembra impossibile che una scarpa possa continuare a essere un modello di punta per cinquant’anni. Succede a Cleo l’iconico sandalo di Caovilla, creato nel 1973. Oggi, lo si è "celebrato", nella sede milanese del brand, con una mostra di tutti i modelli nei vari anni, tra cui un posto speciale per i cinque più rappresentativi di ciascuna decade. Molti diversi l’uno dall’altro, mantengono la costante del cinturino attorcigliato alla caviglia. Ispirato a René Fernando Caovilla da un bracciale a forma di serpente, visto al Museo Archeologico di Napoli. Ce ne sono con i fiori, con elementi colorati, con le perline, con i pizzi, i ricami, le perle. Ha 680 brillanti quello di quest’anno  che riproduce più fedelmente il primo Cleo, esposto al MoMA di New York. Un vero gioiello per cui servono cinque giorni di lavorazione a mano (nella foto un modello del 2020). 




Una leggera e più mite farfalla caratterizza uno dei pezziforti della nuova collezione di Padovan. Un sandalo ha un’ala e accostato all’altro diventa una farfalla.  E’ stato proposto come le altre scarpe,  stivali compresi, sui piatti di tavole elegantemente imbandite nella deliziosa veranda del ristorante Cavoli a merenda. Un cavallo, blu con una criniera bionda che lo percorre tutto, spiccava nella presentazione della limited edition di AGL, realizzata con la stilista inglese Katie Grand e Kristen McMenamy, l’estrosa storica supermodella che ha introdotto i suoi cult (foto al centro). Oltre al cavallo, appunto, le catene per femminilizzare i texani e la rosa per le pump. Un legame con i cavalli anche da Birman, brand brasiliano che, in un salone pieno di fiori, ha mostrato una collezione tra il viaggio, il sogno e il mondo equestre.  Particolari i tacchi a forma di corno in legno dipinto a mano. Tacchi alti e sottilissimi per gli stivali da amazzone con rivestimento in tessuto. Nessun animale, ma il riflesso e la luce sono il filo conduttore da Santoni. Può essere la fibbia pavé di cristalli o i cristalli degradé sulle sneakers o quelli che rivestono completamente il mocassino Andrea, dal nome del fondatore. E poi i colori lilla, nude, giallo, arancio, oltre ai più scuri ottanio e bordeaux. “Un abito può aiutare a connetterci con il mondo spirituale” per cui i capi diventano dei talismani.  Questo è il pensiero di Lara Chamandi,  libanese, nata ad Abu Dhabi, vissuta a Londra, che ora vive tra  Londra e Milano. Qui ha creato il suo brand disegnato da Antonio Berardi, interamente made in Italy. Per presentarlo una distesa di sabbia azzurra da cui, come sirene, emergono le modelle. Un abito deve dare benessere, si deve avere piacere a indossarlo è l’affine Dopamine Dressing di Hanita, che propone colori energetici azzurro, arancione, celeste, viola, anche in accostamenti audaci, e per la sera molti flash di cristalli. Colori forti anche nella Street Couture di AnnaRita N  che guarda agli anni 70, 80 e 90.

giovedì 23 febbraio 2023

LA SORPRESA FA TENDENZA

Interessanti novità in questa Fashion Week milanese. Mantù propone capi davvero donanti, eppure rigorosamente sartoriali. “Forse perché in azienda lavorano quasi esclusivamente donne”  dice Angela Picozzi, anima imprenditoriale del marchio, creato dai genitori. Vestibilità e volumi sono i punti forti. Ecco agli orli degli abiti le frange, che fluttuano nascondendo imperfezioni. Camicie apparentemente maschili che accompagnano il corpo femminile. Un cappotto ha un collo che si toglie e diventa una sciarpa, un altro in velours è doppiato con neoprene, perfetto double face. Il chiodo è rivisto in lana mohair. Gli abiti  hanno sempre un elemento seduttivo a sorpresa. 




Tutt’altra proposta da Viviers dove la designer sudafricana Lezanne Viviers mette insieme  spunti etnici e quasi tribali, in un piacevole mix che riflette l’arcobaleno della Rainbow Nation, soprannome del Sud Africa multirazziale e multiculturale. A indossarli modelli e modelle di ogni colore (foto in alto). Pezzi unici in materiali preziosi ma spesso di riciclo, come le imbottiture in lana intrecciata con la plastica. A ricordare che in un paese povero, come il Sud Africa, tutto può essere utile. Creatività agli eccessi, ma con un’attenzione alla funzionalità nella collezione Boyy. La giacca di seta ampia con la riproduzione della campagna del marchio, la borsa in agnello con stampate verdura e frutta a simulare una borsa della spesa trasparente e piena, i guanti enormi con bordi di pelliccia ecologica studiati per i pescatori d’altura canadesi, gli occhiali con sulle aste metalliche il marchio. Da Luisa Beccaria le ragazze escono da una nuvola di tulle enfatizzata da nebbia artificiale. Per loro un lungo in velluto con vita strizzata, miniabiti in lamé, tuniche in seta, ma anche un piccolo tailleur in lana con profili di fiori per il giorno e caldissimi piumini. Nei colori della Tempesta del Giorgione. Izumi Ogino, art director di Anteprima, sceglie i tunnel dei fatiscenti magazzini Raccordati per sfilare con la nuova collezione. Per raccontare la possibilità di riuscire a vedere "la luce alla fine del tunnel", con un passaggio dal passato al futuro. Ed ecco a ribadire il concetto le borse in paglia lavorate a mano con la scritta Love che si illumina come un'installazione di Flavin,  ma anche la maglieria cangiante per la presenza di una fibra ottica. La tecnologia viene in aiuto alla sostenibilità, con i tessuti da materiali riciclati. Bianco e nero, come sempre, ma anche un tenue albicocca (foto in basso), un caldo grigio, un salmone caviale, un giallo vibrante. Gianluca Capannolo stupisce con i tessuti che inventa lui stesso, come il tweed di ciniglia, illuminato nella versione sera da fili di lurex e piume di struzzo (al centro un suo schizzo). Ma pure per le stampe con macro pennellate, omaggio all’Action Painting. Sorprendono anche le linee con asimmetrie e grande uso di plissé soleil. “E’ un lego tessile senza stagioni che segue la logica di un classico evolutivo”  così spiega la collezione Marc Audibet, nuovo direttore creativo di Mila Schön, capace di rispettare i canoni di stile della grande Mila, ma aggiungendo elementi contemporanei e personali. Perfetta la scelta della romanica Basilica di San Celso per la presentazione statica. 


mercoledì 22 febbraio 2023

NOVITA' VO CERCANDO

Non è facile in un momento in cui si parla di continuo, e giustamente, di sostenibilità, salvaguardia dell’ambiente e degli animali, avere un brand, noto e consolidato, di pellicce. Per chi lavora con i tessuti basta un piccolo sforzo per dimostrare la buona volontà, non è lo stesso per chi tratta pellicce. 




Simonetta Ravizza è riuscita nell’intento e non solo a parole. Ha realizzato una collezione rispettosa, senza tradire le origini. S’intitola La mia montagna chic, è tutta made in Italy e con una scelta di materiali certificati. Le pellicce sono di animali della catena alimentare: capra cashmere, mongolia, montone. Ma anche i capi abbinati sono in materiali certificati: chiffon per le gonne, piumini per le soprascarpe, tessuto scuba, quello delle mute, per i giubbotti. Total white per la presentazione, ma in programma anche colori, tutti naturali oltre al nero (foto in alto). Fuori dal coro, come sempre, Daniela Gregis. Dalla cartella stampa alla location, i Chiostri di Sant’Eustorgio, quindi all’aperto. Tre i colori, il bianco dei vecchi corredi, il nero e il rosso arancio. Fluide le forme, con stampe e dettagli ispirati al rétro, al futurismo e al futuribile. Scenografica l’apparizione di Benedetta Barzini, grande estimatrice del brand, con spolverino rosso arancio. Pure per Blazé la location è importante. Da sempre sceglie una casa particolare. Questa volta è un appartamento  anni 50, forse un po’ freddo, ma affascinante. Per i dieci anni del marchio dà visibilità al cavalluccio marino del logo, che si ritrova sui bottoni e sul retro  delle giacche. Sera in primo piano con molto velluto, paillettes, lamé e frange (foto al centro). Canadian, marchio tra i 17 di una solida azienda fiorentina specializzato in piumini, ne espone solo qualcuno, tra cui il bicolore, quello con l’intreccio e quello con zip per accorciarlo o allungarlo, e punta su una video immersione dove si mescolano tutte le proposte. Tradizionale, invece, la sfilata di Maryling, ispirata al viaggio come fuga dal quotidiano. Presenti i pezziforti del guardaroba nei tessuti classici ma con dettagli attualizzanti: la sfilacciatura nella sahariana di tweed, i revers della camicia allungati che movimentano l’austero completo grigio.La giacca mantella, piuttosto che gli inserti in tessuti a contrasto, in una palette di colori insolita. Per gli accessori Paciotti  propone il velluto per i sandali con tacco sottile di lei e per le sneakers e i mocassini di lui. La punta quadrata è un must.  De Wan, continua con il lusso accessibile. Dalle collane e i bracciali in corno o ossi di squalo alle piccole borse con manico di bambù, agli occhiali da Fashion Week con strass e lenti rosse, ai foulard con la riproduzione dei quadri di Roberto De Wan o i top in tessuti dipinti da lui e merletto di Latronico (foto in basso). Roberto De Wan partecipa all’iniziativa Nel paese delle meraviglie, per cui durante la settimana della moda vari locali e negozi del Quadrilatero milanese ospitano mostre d’artisti.  


martedì 21 febbraio 2023

PRONTI, PARTENZA, VIA!

Si può parlare di tendenze per il prossimo inverno il primo giorno di Milano Fashion Week? Sembra di sì. S’intuisce, dalle poche collezioni presentate, la tendenza di ciascuna a confermare l' identità del marchio e a non puntare sull’eccesso a tutti i costi. Cercando di rinnovarsi.



Martino Midali, per esempio, al suo 40esimo anniversario, sfila con una capsule collection, venduta solo nei suoi monomarca e su misura, che può considerarsi una sintesi del Midali pensiero. Cioè svariati materiali trattati come il jersey per consentire le linee morbide tipiche della maison. Ecco i tessuti da telaio per il cappotto che diventa come una maglia per lunghi spolverini, o ancora il velluto, lavabile in lavatrice, perfetto per gli abiti fluidi, così come lo chiffon. Svariate sovrapposizioni e asimmetrie. Tra i colori preferiti verde bottiglia, melanzana e blu. A testimoniare la straordinaria vestibilità del brand, oltre le modelle, sei donne "reali diverse per carattere, stile, occupazione", oltre alla soprano Silvia Colombini che ha aperto lo show con un gradito omaggio musicale. Cividini,  questa volta, non sfila e titola la collezione Arbiter Elegantiarum. Non è un’idea peregrina. “Non si creano nuove forme, la giacca a tre maniche non ha senso, dice lo stilista, si deve lavorare sui contenuti più che sull’estetica”. Ma i contenuti nuovi e attraenti presuppongono un background. L’uso di materiali particolari per linee minimali e sobrie ne sono un esempio. Oltre la capsule di maglieria con disegni ad aerografo e forme classiche, la camicia in velluto stile Fortuny per la pieghettatura o il piumino bordato di alpaca, il trench con spacco sul dietro e cuciture a mano, la gonna a pieghe piatte con stampa a losanghe (foto in alto) e, davvero geniali, i pull in filati riciclati di diverse dimensioni e colori, assemblati tra loro. Oblique Creations conferma la tendenza, inserendo flash di creatività in capi classici. Così il completo pantaloni  con tagli a sorpresa (foto in basso) o i quadrati aperti sul gilet di maglia . Un fil bordeaux percorre la collezione di Fracomina, che  gioca con il sweet & rough anni 80: il trench in tweed sull’abito di seta stampata, il pantalone cargo femminilizzato da dettagli, il rigoroso tailleur pantalone nero spruzzato di cristalli illuminanti. Anche negli accessori si percorrono nuove strade.  De Marquet, che nei suoi atélier in Toscana ha il 30% dei dipendenti con disabilità fisiche o mentali,  continua con le borse dalle cover intercambiabili, ideali per chi viaggia e può, come per magia, passare dalla borsa in shearling a quella in denim verniciato d’oro. Molte sorprese piacevoli nel Fashion Hub di Camera della Moda riportato a Palazzo Giureconculti. Che ospita giovani brand e designer emergenti . Come Endelea design italiano,  ma made in Tanzania o Pairi Daeza,  prodotto in Italia con lavorazioni artigianali iraniane.