Si apre domani, 6 settembre, e si chiude il 5 ottobre Ethnos, festival internazionale della world music. Può sembrare uno dei tanti eventi di fine estate. Ma non è così. A cominciare dalla location "diversificata": otto comuni "all’ombra del Vesuvio", da Napoli a San Giorgio a Cremano, da Ercolano a Torre del Greco, da Castellammare di Stabia a Boscotrecase e Boscoreale, a Portici. Poi, non certo trascurabile, il fatto di essere alla sua 30° edizione, e di avere ospitato 500 concerti, quasi 500mila spettatori, 3mila artisti di cinque continenti, tra i quali Miriam Makeba, Gilberto Gil, Ryuichi Sakamoto, Tahar Ben Jelloun, gli Inti Illimani.
Ma non sono i numeri, seppure interessanti, a rendere particolare e unico questo festival. Sono gli eventi in cartellone, che spaziano dalla musica alla danza, all'arte, al cinema fino a incontri e workshop con artisti provenienti da ben 18 paesi. Tutti con un preciso obiettivo, da sempre lo stesso: “Storie e progetti musicali declinati attraverso le tematiche di resistenza, diversità, territorio, comunità e generazioni, senza mai cedere alle mode del momento” spiega Gigi di Luca ideatore e da trent’anni direttore artistico di Ethnos (nella foto in basso). A confermarlo l’inaugurazione nel parco di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano con, dopo il suo talk celebrativo, il concerto del gruppo Ndima. Si tratta di cantanti, danzatori, musicisti della tribù dei pigmei Aka, che vivono nel villaggio congolese di Kombola (foto in alto). Ad anticiparlo una performance di body painting, un workshop di danza africana e il dj set Sangennarobar con Dario Cervo. Attesi, tra gli altri, dal Ghana il supergruppo Santrofi, dall’Ungheria il quintetto Sondorgo, dall’Argentina la musicista Luciana Elizono. Non mancano gli italiani "territorialmente connotati" come il gruppo ciociaro I trillanti, il polistrumentista calabrese Davide Ambrogio, il canto sardo di Cuncordu. Novità di quest’anno il cinema, con la proiezione di tre cult: The Silence del regista e produttore iraniano Mohsen Makhmalbaf, Soundtrack to a Coup d’Etat, il documentario sull’episodio dei musicisti americani nella Guerra Fredda di Johan Grimonprez e Buena Vista Social Club di Wim Wenders.
Organizzata da La Bazzarra di Gigi di Luca, l’edizione 2025 del Festival è promossa e finanziata da Ministero della cultura, Nuovo Imaie, Ente Parco Nazionale del Vesuvio, con il patrocino della Città metropolitana di Napoli e la collaborazione del dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli.Per informazioni e contatti: www.festivalethnos.it
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