martedì 2 dicembre 2025

IL POTERE DELL' ARTE

Che l’arte sia portatrice di importanti messaggi non è una novità. Ma è molto più raro che le opere di un artista si riferiscano tutte a tematiche legate ai diritti umani e siano il risultato di un’indagine che può aiutare a “smascherare il male”. Così per Fabio Mauri (Roma 1926-2009) da scoprire in Fabio Mauri. De oppressione alla Triennale di Milano da domani al 15 febbraio. 




Non è un caso che la mostra, curata da Ilaria Bernardi, sia presentata e realizzata, in collaborazione con la Triennale e lo Studio Fabio Mauri (Associazione per l’arte L’Esperimento del mondo) dall’Associazione Genesi. Fondata nel 2020 da Letizia Moratti che ne è anche presidente, ha come missione l’educazione ai diritti umani attraverso l’arte contemporanea. Con la scoperta di artisti giovani e la riscoperta di storicizzati anticipatori, che con i loro lavori hanno fatto e fanno riflettere su tematiche come l’ambiente, le vittime del potere, la parità dei diritti. Le opere di Mauri utilizzano diversi linguaggi, dal disegno alla pittura, dalla scultura alla performance, dall’installazione ai video, alla scrittura. Nell’insieme raccontano come il secolo scorso sia stato attraversato da grandi drammi. Con un invito, tramite anche corpose e sovente ironiche didascalie a non abbassare la guardia, perché il male si può ripetere. Dal video dell’artista con un’immagine proiettata sulla sua fronte, riferito a una sua conferenza sulla "Ricostruzione della memoria a percezione spenta"(foto in basso). Alla foto di Goebbels in visita ufficiale a una mostra e di fronte la gigantografia di un’equazione, risultato di una ricerca sul principio dell’errore. Alle immagini di repertorio di nazisti con minuscole didascalie che prendono in giro il loro stupido apparire, tipo “Vincono a vela”, “Definiscono l’arte”, “Amano il ballo”, “Si legano ai classici”, “Si abbronzano”, ma anche “Utilizzano gli sciocchi”. Sotto le foto un inquietante quadrato nero. Diverte, ma fa pensare Vomitare sulla Grecia, riferito alla dittatura dei colonnelli a seguito del colpo di stato del 1967, con la foto dell’interno di un aereo e intorno sacchetti per vomitare. Sul tema della censura l’installazione Amore mio, in una stanza chiusa al centro dell’esposizione. Interamente affrescata con colori forti e un faretto che il visitatore può girare illuminando certi disegni e nascondendone altri (in alto a sinistra).  Durante la mostra sono previste visite guidate, workshop, incontri organizzati da Genesi con i propri patrocinati, L’Università Cattolica, il Fai Ponte tra culture con l’associazione Amici del Fai, Gariwo-la foresta dei giusti e Robert F.Kennedy Human Rights Foundation Italia.