martedì 10 marzo 2020

LONDON CALLING


In un momento di staticità obbligata, consigliare un libro che inviti a visitare una città e per di più senza immagini, può apparire fuori posto. Ma nel caso di La nostra Londra (ed. Scrittori Giunti) di Simonetta Agnello Hornby e George Hornby non lo è. Anzi, è una lettura da godersi proprio in questi giorni quando, finalmente, non si deve cercare i ritagli di tempo per leggere. Difficile inquadrarlo in un genere e per questo interessante per gli onnivori, ma anche per chi, e sono molti, rifugge il concetto di genere letterario. Non è una guida di Londra, ma ne racconta scorci, luoghi noti e sconosciuti, celebri 
o non facili da individuare per chi non ci abbia vissuto, come l’autrice, cinquant’anni e soprattutto mantenga immutata la voglia di scoprire. Per cui anche le mete più turistiche sono raccontate da un punto di vista diverso, tanto da apparire una sorpresa perfino per chi credeva di conoscerle. Certo è autobiografico, anche se a quattro mani, ma non ha niente di autoreferenziale. Anzi l’essere scritto in prima persona serve a rendere più appassionanti e intriganti le descrizioni, le storie, gli aneddoti e a fare diventare il lettore partecipe delle scoperte. E’ così per la parte più corposa scritta da Simonetta che, attraverso la città, ripercorre la sua vita di ragazza di buona famiglia palermitana sbarcata nella Swinging London al tempo dei Beatles e delle minigonne, sposata, diventata avvocato nella City, madre, eccetera. Ma anche per le pagine finali Minestrone londinese del figlio George, nato e sempre vissuto a Londra, con padre londinese. Da cui ha preso l’humour tutto british, ma spruzzato con verve siciliana. Qui la critica è più forte, ma sempre nei limiti e con l’invito continuo al sorriso e al riso. In appendice una dozzina di pagine sull’immigrazione degli italiani a Londra e sui ristoranti, dai classici ai più nuovi, che sfatano, in parte, le dicerie sulla cucina inglese. Alla fine del libro è assolutamente improbabile non condividere la frase sul retro di copertina di Samuel Johnson, l’illuminista inglese con le cui citazioni iniziano tutti i capitoli: “Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco anche di vivere: perché Londra offre tutto ciò che la vita può offrire”.

Nessun commento:

Posta un commento