martedì 29 agosto 2017

JOYCE CON GIOIA


Già la copertina intriga e piace, e comunque non dà la sensazione di una lettura pesante, che la parola Joyce del titolo può sicuramente dare a molti. Perché per quanto saggi, convegni, studi abbiano cercato di sfatare questa credenza, il romanzo dello scrittore irlandese resta uno di quei capitoli della grande letteratura che intimoriscono, anzi respingono. E la copertina di Leggere l’Ulisse di Joyce di Giuliana Bendelli (edizioni Vita e Pensiero), non è solo ben scelta perché colorata, ma perché è perfettamente coerente e anticipa i contenuti del libro. E’ uno dei 111 dipinti olio su tela con cui l’artista Paolo Colombo   racconta, capitolo per capitolo, l’Ulisse. E già in questi si vede quelle incredibili caratteristiche dell’opera di Joyce che così bene Bendelli, docente di Letteratura inglese  all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riesce a evidenziare. E cioè la straordinaria capacità descrittiva, con i minimi dettagli  che coinvolgono il lettore come un film, pur con quella patina di surreale humour. E poi la teatralità. Nel senso che tutta la vicenda si svolge in un giorno, in diversi luoghi sempre a Dublino, con una quasi unità di tempo-luogo-azione. E’ infatti la giornata di Leopold Bloom, il protagonista, ripreso e narrato nei suoi incontri. Un Ulisse dei tempi nostri che invece di attraversare oceani percorre vie cittadine, entra in negozi, bordelli, osterie, partecipa a funerali, per poi rientrare finalmente a casa dove ad attenderlo non c’è una improbabile e virtuosa Penelope, ma una viva e spregiudicata Molly. Con l’aiuto di foto, cartine, schemi il libro diventa anche una guida raffinata di Dublino, consigliabile a quanti vogliono vedere la città in un modo diverso. Non una novità certo, ma mai come in questo caso con riferimenti così inediti, sconosciuti, puntuali senza essere pesantemente dotti. Ottime e in linea la prefazione di Massimo Bacigalupo, docente, saggista e regista, inventore e organizzatore del Bloomsday di Genova, e i saggi di Giulio Giorello, fra mito e scienza, e di Enrico Terrinoni, autore di una traduzione dell’Ulisse del 2013 con un linguaggio contemporaneo, una veste editoriale e un prezzo che rendono l’opera più accattivante e per tutti. E non il mostro sacro che fa paura.

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