lunedì 29 settembre 2014

CADUTA LIRICA


Per festeggiare i cinquant’anni Vogue Italia ha messo in mostra il suo archivio nella sede storica  di Piazza Castello a Milano, dal 22 settembre al 5 ottobre. Foto straordinarie che raccontano di una rivista che è stata ed è un oggetto d’arte.  Oltre che essere un giornale perché informa sulla moda, non certo come i femminili della porta accanto consigliando l’accostamento di accessori. Individua ed espone le tendenze future, su cui lavoreranno stilisti, creatori di tessuti, aziende (v. disquisizione sull’azzurro di Miranda-Meryl Streep in “Il diavolo veste Prada”).
Per questo ha stupito  il comunicato sulla mostra. Dopo le prime righe in cui si parla  della nascita di Vogue , dell’acquisizione nel 1964 del gruppo americano di una piccola rivista per signore borghesi, si passa immediatamente al 1988, all’arrivo del direttore che è anche l’attuale. Saltando con distratta leggerezza ben 24 anni (quasi il 50%) in cui la rivista si è sviluppata e si è data quell’immagine. Modificata nel tempo, certo, ma sempre perfetta, coerente e contemporanea. Peccato, un’occasione persa per ribadire uno stile, una vera caduta lirica.  Chissà se è per questo che le foto  degli ospiti all’inaugurazione (mediamente belli e ben vestiti) sono sembrate quelle degli invitati di un matrimonione ricco, ma senza classe.

1 commento:

  1. Per colmare la lacuna ricordo che a creare Vogue Italia fu la visione di due protagonisti dell'editoria di allora: Franco Sartori e Flavio Lucchini, il grande art-director cui si deve, dopo il progetto di Amica, anche quello di Vogue versione italiana e di tutte le testate che creò nei 17 anni successivi (tra cui l'Uomo Vogue, sua idea originale e che non esisteva nel mondo, fino alla sua fuoriscita per aprire la sua casa editrice in società con Rizzoli/Corriere della Sera nel 1980, in cui nacquero, tra le altre, le iconiche testate Donna e Mondo Uomo, vero fenomeno editoriale degli anni 80. Franco Sartori e Lucia Raffaelli, primo direttore moda di Vogue talia, non ci sono più. Flavio Lucchini é stato richiamato ai vertici della Condé Nast alla morte di Sartori, preferendo al ruolo di comando un incarico di consulente direzionale, presto lasciato per dedicarsi alla sua attività di artista. Flavio Lucchini ha, tra gli altri, il merito di aver individuato il talento di Franca Sozzani, assumendola nel 1971 per il suo primo lavoro, e seguendola fino al 1979, quando uscì da Condé Nast dando vita alla sua nuova casa editrice e ad altre importanti iniziative che ancora segue, tra cui il famoso Superstudio di Milano. Un vero peccato la "dimenticanza" del comunicato di Vogue sull'inizio in Italia. Il passato, i grandi maestri, fanno parte della storia, rendono più ricca la vita, perché cancellarli?

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