E’ la persona più adatta a scrivere un libro su un
personaggio, specie se si tratta di una
star come Ingrid Bergman, di cui
continuano le celebrazioni per il centenario della nascita. Luciana
Boccardi , giornalista e scrittrice veneziana, non ha mai amato
la corsa al vip. Non è sensibile alle celebrità, le piacciono le
persone. Ed è stata un’occasione quella che l’ha messa in contatto con
l’attrice svedese, e lo scrive in Con
Ingrid tra colline viola (Ed. Supernova). Un titolo che può sembrare a effetto solo a chi
non conosce Boccardi. In realtà annuncia un approccio giornalistico al
contenuto, che è un racconto di cronaca, come spiega l’autrice. Le colline viola sono quelle intorno ad
Asolo, definizione che pare risalga a una frase di Henry James in una lettera
all’amata Mrs. Gardner :“Sono stato trattenuto ad Asolo da quel panorama
viola”. E anche Boccardi è stata trattenuta nella cittadina del trevigiano nel
1977 per intrattenere Ingrid Bergman, arrivata per un disguido un giorno prima
di quello stabilito per l’assegnazione del Premio Duse. Un incontro
che ha saputo tenere segreto e che le ha permesso di conoscere la donna Ingrid.
Da quel pomeriggio inizia una biografia molto particolare dell’attrice.
Dall’infanzia in Svezia agli inizi della carriera, al matrimonio, fino agli
anni di Hollywood. Prosegue con la storia d’amore con Rossellini
di cui simpaticamente la scrittrice coglie gli aspetti geniali ma anche le
debolezze un po’ goffe da maschio italiano. Finisce con il ritorno di Ingrid al
cinema internazionale e con la sua morte prematura nel 1982. C’è poi un capitolo
con le testimonianze dei personaggi del cinema, della cultura e dell’arte
raccolte dal 1983 al 2015. A cui seguono in un altro capitolo quelle dei couturier che l’anno vestita, ma anche
degli attuali stilisti che riconoscono quella sua eleganza naturale così
lontana dal mondo del fashion. Nell’ultima parte alcune firme del giornalismo
di moda cercano di dare un colore a Ingrid. Primo esce il bianco, forse per il
legame con il nord. Il viola-Asolo resta nella copertina e nella borsa V° 73 (V sta per Venezia e 73 l’anno di
nascita della stilista trevigiana Elisabetta Armellin). Dedicata a Ingrid, è
realizzata con il velluto dell’Archivio Rubelli, usato per la stola dei
procuratori della Repubblica di Venezia. Dopo la presentazione a Milano il
libro sarà fra gli ospiti d’onore di un tributo all’attrice a Palazzo Ducale di
Venezia, il 3 dicembre.
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