venerdì 28 giugno 2013

ITALIANI IN GITA



Fa piacere sapere che gli italiani non sono i massimi rappresentanti del dolce far niente.  Solo il 6%  va in vacanza  per riposarsi e basta. Il restante  94%  si lancia nello sport, coltiva un hobby, si impegna in qualche attività culturale. Non proprio il concetto, diventato un ridicolo tormentone, delle vacanze intelligenti, ma quasi. E quello che  colpisce anche di più è che un terzo di questi vacanzieri  si “impegna”  solo in vacanza. E seguono le spiegazioni e le valutazioni su mancanza di tempo, stress, troppo lavoro, problemi di famiglia. E’ uno dei dati più  inaspettati e interessanti della nona edizione dell’Osservatorio Europcar-Doxa sugli stili di vacanza degli italiani. Ugualmente confortante e ugualmente inaspettato il dato che riguarda la percentuale di italiani che andranno in vacanza.  E’ il 44%, cioè l’un per cento in più del 2012. Niente a  che vedere con il 56% del 2010, nonostante si incominciasse già a respirare aria di crisi, ma comunque una speranza di risalita che può strappare un blando sorriso. Non sorprende minimamente, invece, la scelta delle destinazioni. In pole position c’è il mare con il 67%, seguito a lunga distanza da montagna e collina (18%). Solo il 6% sceglie le città d’arte, il che non è neanche un male per le città stesse e il 3% preferisce i tour, il lago e la campagna. Sono aumentati rispetto all’anno scorso quelli che vanno all’estero, dal 19% al 26%. E di questi quasi la metà si riversa nelle mete low cost come Spagna, Grecia, Croazia.
Interessanti i dati che rivelano gli italiani, popolo di navigatori e condottieri, in realtà poco avventurosi . Solo il 36%  parte per nuove mete, contro il 35% che preferisce andare in luoghi conosciuti e sperimentati e addirittura il 29% che torna sempre nello stesso posto. In questo caso non è specificato se va in casa di proprietà e quindi  ammortizza un bene e di conseguenza risparmia o se va in albergo o in casa in affitto e allora è spinto solo da cautela.
Infine un dato prevedibile, ma non fino a quel punto. Gli italiani amano socializzare. Ed è la motivazione di vacanza del 72%.    

martedì 25 giugno 2013

SMART-MAN


 Ermanno Scervino
Giorgio Armani

Finito Pitti  e le sfilate di Milano, ci si chiede cosa significa l’eleganza maschile. Si sono visti, soprattutto a Firenze, capi funzionali, realizzati con materiali inediti e dettagli tecnologici. E anche abiti improntati alla più alta sartorialità, accessori dove l’elevata artigianalità è ancora evidente.  Ma cosa occorre a un uomo per essere elegante?  Verrebbe da rispondere che è come il coraggio, che uno non se lo può dare.  Eppure oltre all’innato, forse l’elegante si può in parte costruire. Giorgio Armani nella sua collezione dice di aver messo un soffio di gentilezza, addirittura di tenerezza. L’uomo non deve più essere aggressivo.  Anche con i vestiti si può aiutare a vivere meglio. Oltre al solito blu Armani e ai grigi ci sono molti capi, anche completi, bianchi “Il bianco è a doppio taglio”. E’ rétro, ricorda uno stile di vita nelle ville degli anni Venti. Difficile farlo diventare di classe nel mondo  in cui viviamo ora. E aggiunge che le forme sono meno importanti, rispetto ai tessuti e al loro abbinamento.  Ermanno Scervino  racconta di un uomo seduttore  ispirato da modelli del passato e contemporanei, da Marlon Brando a Obama, per intenderci. E il legame che li unisce è in qualche modo l’eleganza. Questa eleganza lo stilista la ricrea con una collezione  quasi interamente in denim, di diverse gradazioni, e con diversi trattamenti.  Il demim  è laccato nei toni  del verde per le giacche, è naturale negli spolverini.   La camicia jeans diventa un pezzo d’autore con applicazioni ai  polsi o sulle tasche di Swarovski.  Sulla passerella di Z Zegna sfila un guardaroba completo, dove i pezzi si mischiano e si alternano dalla mattina alla sera, dai pigiama-pants fermati in vita da fasce da smoking  ai blazer bianchi morbidi e abbondanti con spacchi laterali e colli a scialle. Colori scuri di prevalenza per la sera, chiari per il giorno.
Esiste un’eleganza alternativa? Una collezione assolutamente al di fuori dei canoni nei colori e nei tagli lo può essere?  Se l’eleganza vuole dire una certa coerenza sì. In assoluto no. L’uomo Frankie Morello sicuramente può essere intrigante, innovativo, ma non si nota per l’eleganza nel senso tradizionale del termine. Si passa da uno stile college riveduto per pantaloni e giacche a felpe con stampe di junk food o di quadri di Arcimboldo. Per veicolare lo slogan della collezione “Food for all”.  “…Ciò che mangiamo diventa metafora di quanto accade nel mondo del fashion business, sempre più bisognoso di genuinità e naturalezza…all’insegna della qualità e del piacere”  spiegano gli stilisti.

lunedì 24 giugno 2013

L'UOMO CHE VERRA'

 Emporio Armani
 Tod's

“Ma dove andranno tutti questi uomini vestiti di colore? In fondo la vacanza dura due, tre settimane” si chiede Giorgio Armani. Dopo due giorni di passerelle un po’ improbabili (non tutte fortunatamente),  fa piacere vedere  capi ben fatti da portare in città, senza che la gente si volti indietro. Uno sportswear cittadino, lo definisce lo stilista.  Il grigio, colore della noia per definizione, da Emporio Armani non è solo elegante ma riesce a essere innovativo. ”Bisogna trovare un un equilibrio fra il togliere e l’aggiungere” spiega. Tra gli inediti, la pelle trattata con una speciale vernice che dà luminosità. Le maglie traforate per creare leggerezza e le scarpe trasparenti, per “un tocco sexy” commenta lo stilista. Tra i colori oltre le sfumature di grigio, il mastice, il kaki, l’immancabile blu, con qualche raro flash di tinte forti. Grigio anche da John Richmond che lo interpreta in chiave rock. In tutte le gradazioni per giubbotti, pantaloni, camicie.  Dalle finiture verde smeraldo  ai ricami di strass del gilé. Dalla tasca in contrasto fino al piccolo inserto damascato sulla giacca senza collo. L’uomo Diesel è meno alternativo dell’usuale, punta sui nuovi materiali tecnologici, ma si attiene ai colori sobri e moderati e non disdegna, anzi apprezza, i tagli sartoriali. Chi considerava  Fendi  un marchio legato soprattutto alla donna dovrà ricredersi. Come già la precedente stagione invernale, i capi e gli accessori della collezione uomo sono pensati e intelligenti. Belli da vedere, ma soprattutto funzionali. Progettati per  gli sbalzi di temperatura e le escursioni termiche da deserto. Emblematica la presentazione con 40 modelli su un pavimento di sabbia. Dai capispalla con maniche staccabili, alla ventiquattrore da arrotolare e inserire  nel borsone da viaggio. Varietà nei materiali, dallo  struzzo della giacca alla pelle craquelé del giubbotto, per dare la sensazione di “cotto al sole”.  Visioni da miraggio nelle stampe pixelate delle T-shirt. Lavorazione artigianale e volute imperfezioni per le scarpe in vernice spazzolata . I nuovi pezzi icona di Tod’s sono il mocassino con alta suola in gomma colorata a contrasto e la borsa con nastro bicolore. Alessandro dell’Acqua propone una collezione ispirata ai cinque sensi, dal tatto legato allo sport e a pezzi con elementi presi da quel mondo all’olfatto che ispira le stampe a fiori e i colori.  Per la vista  una capsule collection di T-shirt  con scritta in braille “Non occorre vedere per guardare lontano” realizzata  in collaborazione con L’istituto dei ciechi di Milano, che saranno vendute presso lo shop del percorso “Dialogo nel buio”. E’ il cerchio il tema conduttore della fresca collezione Julian Keen disegnata da Alessandro D’Amico, primo dei giovani stilisti scelti per realizzare a rotazione due stagioni del marchio. Da Rocco Barocco gli stampati a disegni Kashmir si abbinano e si confrontano con una riedizione dei tessuti british tradizionali, dal Galles al finestrato, dal gessato al pied-de-poule.
E’ bello scoprire che i giardini incantati esistono anche a Milano.  Ce l’ha fatto sapere White.Nel Giardino degli Atellani le maglie di Massimo Alba, appese agli alberi, diventano una straordinaria installazione. Da contemplare con la musica dal vivo dei maestri della Scala.

sabato 22 giugno 2013

NON E' UNA MODA PER VECCHI

 Costume National

Sensazione disarmante in questa prima giornata di moda-uomo milanese. Specie per chi ha superato i 25 e non pensa che farsi notare per l’abbigliamento sia una priorità della vita. Pitti ci ha abituati a un uomo attento al vestire,  ma  vero, con niente del manichino modaiolo indisponente. E ora perfino Corneliani che da sempre ha un’immagine maschile probabile, rischiando se mai la ripetitività, si sbizzarrisce con giacche dalle discutibili aperture diagonali o dalle inutili impunture. E accessoria con sandali da frate, un filo pauperistici per i consigli di amministrazione. Meno male che ci sono anche completi dal taglio impeccabile  e  belle maglie di cotone a grossi punti. “Schocking radiance” basterebbe la prima parola per la collezione di Tom Rebl. Se creatività vuol dire giacche con una specie di gonna sul dietro o improbabili gilet-grembiuli, meglio trattenere la fantasia e puntare sui colori, invece di attenersi al nero. Innovativa, ma plausibile, la nuova collezione di occhiali. Nero e bianco, con flash di colori shock da Déco District di Miami, per il cowboy tecnologico di Costume National. Per un target giovane, lontano da Wall Street. Non a caso veste nei prossimi tour Jovanotti e i Depeche Mode. Dalla giacca in pelle con frange al completo d’oro, al tuxedo nero da accostare a stivaletti d’oro. Andrea Pompilio manda in passerella anche la donna e si ha difficoltà a riconoscere quale sia la moda maschile e quale la femminile. Intriganti le stampe e l’uso di righe nei colori dell’inverno. Righe anche da Andrea Incontri che si ispira all’uomo del faro. Si può capire la mantella, il parka, i materiali leggerissimi, ma sfugge il perché di certe giacche di tre taglie in meno. Interessanti gli zaini a forma di pinna di squalo, per restare in tema. Che esistono uomini normali che vivono, lavorano,  viaggiano in modi normali  ce lo ricordano gli accessori. Hogan ricostruisce la vip lounge di un aeroporto e il nastro trasportatore bagagli per presentare le scarpe realizzate con attenta  lavorazione artigianale, pellami ricercati e finiture inedite e futuribili. Per renderle sempre più leggere e contemporanee. Confort ed eleganza sono gli obiettivi della collezione dei Fratelli Rossetti, giocata sul bianco e blu e sugli intrecci effetto paglia. Car Shoe inserisce un profilo di plastica bianca lungo tutta la tomaia e si lancia in vari toni dell’azzurro. Guardiani  inventa la sneaker chic in nabuk lavato e lo Shark boot,  sempre in nabuk  lavato,  e suola in gomma a dente di squalo. Anche Valextra accessoria un uomo reale.  Per lui sceglie borse e borsoni in kevlar total black con l’unica concessione di interni in colori fluo o forti. Ineffabili le cartelle, con tasche frontali e barra interna in carbonio per mantenere la forma. Colorati, non convenzionali, ma portabilissimi i capi da Brook Brothers che ha prodotto la maggior parte dei costumi maschili  di “Il grande Gatsby” di Baz Luhrmann. Dalle giacche profilate o in macramé della Black Fleece, disegnata da Tom Browne,  ai pantaloni  con  stampe di tartaruga o aragosta  della linea più giovane. Uomini normali, non giovani, non magri, non belli hanno sfilato con la collezione di Fabio Quaranta. Per dimostrare che si può essere innovativi nel vestire senza diventare caricaturali.