Al secondo giorno di sfilate milanesi, per la donna primavera-estate 2023, tutto sembra tornato al pre-pandemia. Traffico impazzito, Mercedes nere dappertutto. Folle di esaltati alla ricerca di vip, selfie a più non posso. Premi, anzi awards a gogò. A cominciare da Chi è chi della moda che a Palazzo Marino ha premiato personaggi del settore o meglio della Community. Dal Premio Elio Fiorucci assegnato ad Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, per la capacità di osare, al nuovo premio Fashion & the City a Piattaforma Sistema Formativo Moda Ets nella persona del presidente del consiglio direttivo Matteo Secoli, per i progetti che rafforzano il legame della moda con Milano.
Premia i talenti dell’illustrazione di moda, invece, il Rodisegno Prize, promosso da Rodo con il patrocinio del Comune di Milano, in collaborazione con Fida Worldwide. Tema: libera reinterpretazione delle borse iconiche del marchio fiorentino. I disegni dei sei vincitori sono stati esposti nel cortile della casa del Manzoni insieme alla nuova collezione di borse e sandali. Un altro premio è stato quello di Camera della moda ai Young Designer. Tra i vincitori Endelea, marchio di moda etica che mette insieme il made in Italy con la cultura tessile africana, della Tanzania(in alto). Vengono dal Marocco le due collezioni che hanno sfilato come Oriental Fashion Show nel cortile di Palazzo Turati. Sono Maison Calamain con una mini-collezione di blazer e spolverini in prevalenza di velluto con ricami e giochi di intarsi e un’altra di caftani, più fedele alle tradizioni. E Le Monde de Nun che ha proposto gonne lunghe, ampi pantaloni, e ancora caftani in un mix di tessuti tra il marocchino e l’andaluso. Il cortile di Palazzo Turati è stato scelto anche da Martino Midali per festeggiare i quarant’anni del brand con una capsule collection rappresentativa della sua filosofia “Non è l’abito a vestire le donne, sono le donne a vestire il mio abito”. Capi quindi adatti a donne di corporature diverse che possono interpretarli ognuna al proprio modo. Notevole la regia della sfilata aperta con un balletto sulle note e le parole di Le tourbillon de la vie, mitica canzone cantata da Jeanne Moreau in Jules et Jim. Per le modelle spolverini, abiti, pantaloni tutto a righe bianche e nere, orecchini compresi (in basso). Con flash finale di rosso. S’ispira ai fiori, anzi alla camelia, la collezione di Sarawong, brand cinese disegnato da Sara Wong, che quest’anno sarà commercializzata in Italia. Pezzi classici come lo chemisier o il blazer sono riveduti con dettagli e tagli a sorpresa. Tessuto protagonista, anche per il giorno, il tulle. All’insegna del glamour con variazioni sul pop i sandali e le décolleté di Luciano Padovan. Dalla linea Flake per la sera con pellami a effetti cangianti alla Geometric in cui, appunto, le forme geometriche sono il filo conduttore. Alla linea Ruches in colori forti con vere ruches di seta per formare, a scarpe ravvicinate, un cuore(al centro). Anche in bianco per la sposa.
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