C’è sicuramente del déjà-vu, nella mostra Moving in space without asking permission alla Galleria d’arte Moderna di Milano da oggi al 18 dicembre. Non potrebbe essere altrimenti, trattandosi del quarto anno di esposizioni al femminile, prodotte dalla Fondazione Furla. Al di là delle tematiche, non mai abbastanza ribadite, è invece d’effetto e inedito il contrasto-accordo tra le opere di Andrea Bowers, decisamente pop, e i colori tenui e raffinati delle sale neoclassiche della Galleria.
Prima personale in Italia dell’artista e impegnata attivista statunitense, la mostra è definita dalla curatrice Bruna Roccasalva "una riflessione sul femminismo, concentrata sulla relazione tra femminismo e autonomia corporea". Con uno sguardo anche al passato. Che si concentra nell’ultima stanza in Puta feminista (al centro), acrilico su cartone riproducente una cartolina delle suffragette dei primi del ‘900. Oltre che nelle teche con articoli, documenti, testi, manuali, materiali vari provenienti da archivi italiani. Lo spirito pop è accennato nella hall d’ingresso nel pannello in alluminio e luci al neon e si enfatizza nei Political Ribbons della prima sala. Centinaia di nastri di seta in colori forti con scritte e slogan femministi, che i visitatori possono prendere. Non si possono invece portare a casa i 153 ventagli posti sul pavimento dell’installazione Feminist Fans (in alto). In tinte accese hanno scritte come "Resisti" o "Trans è bello". Cartone e luci al led formano Fight like a girl nella stanza successiva. Per finire con tre acrilici su cartone con esortazioni all’essere forte, al sexual harrassment e all’autonomia del corpo. A completare la mostra un video di quasi un’ora dal titolo esauriente Overcoming the Myth of Masculine Force (in basso). Documenta una lezione di autocoscienza combattente femminista che utilizza arti marziali, della filosofa e attivista Alessandra Chiricosta dal cui lavoro Bowers si è ispirata e con cui si è confrontata. La lezione si svolge nella Ball room della Galleria e alcune delle allieve con la docente alternano agli outfit da palestra ottocenteschi abiti di seta con sbuffi, scollature e crinoline,PO sotto a cui nascondono le sneakers. E l’impatto è davvero forte.
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