C’è un palazzo con porte altissime
dietro alle quali s’intravvedono delle bandiere. Una scalinata conduce a un
rudere o forse a una torre. C’è una piazza di notte da cui partono strade chiuse.
C’è un percorso tra case, fabbricati, campi, giardini. Uno strano aereo plana nel cielo. Sono immagini
sfumate, interrotte, avvolte nelle nuvole, mai sbiadite
però: visioni di un
mondo probabile in movimento, come riprese dall’alto di un aereo. Sono i
tappeti in mostra alla Galleria Francesco Zanuso di Milano. Realizzati in lana pregiata, sono lavorati con
la tecnica del taftato a mano, meno
dispendiosa di quella a nodi, proprio
per essere tappeti d’arte sì, ma per tutti. Questa la volontà del loro
creatore, Luca Scacchetti l’architetto e designer, morto prematuramente nel
2015. Sua è la distinzione dei pezzi inediti in due collezioni, La terra degli uomini e Magical Carpet Tour. Nei tappeti della
prima, quadrati di un metro e mezzo per lato, è possibile individuare un
percorso con l’abitato e la campagna marchigiana, che fa parte del vissuto
autobiografico di Scacchetti. Nei Magical Carpet, a forma rettangolare di cm 270x140,
il fantastico predomina. Difficile trovare
qualcosa di definito, più facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione,
proprio come in un magical tour su un
tappeto volante. Non a caso Alessandro Mendini titola l’introduzione del piccolo
catalogo, scritta nel novembre 2012, Tappeto
volante. Parla di “paesaggi architettonici”, di “arcaiche e sconosciute
civiltà scomparse”, di “un percorso compiuto dall’alto sopra un mondo
silenzioso d’intensa poesia strutturata e percepita come narrazione”. Nell’affascinante
galleria, connotata da archi con mattoni a vista, i tappeti sono appesi alle
pareti, in una sequenza studiata da Cinzia Scacchetti Anguissola. La mostra,
curata con evidente passione da Gianpaolo Tibaldo, grande amico di Luca Scacchetti,
chiude il 24 dicembre, per poi riaprire dall'8 al 24 gennaio 2020.
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