giovedì 5 dicembre 2019

VISIONI DA UN TAPPETO


C’è un palazzo con porte altissime dietro alle quali s’intravvedono delle bandiere. Una scalinata conduce a un rudere o forse a una torre. C’è una piazza di notte da cui partono strade chiuse. C’è un percorso tra case, fabbricati, campi, giardini. Uno strano aereo plana nel cielo. Sono immagini sfumate, interrotte, avvolte nelle nuvole, mai sbiadite 

però: visioni di un mondo probabile in movimento, come riprese dall’alto di un aereo. Sono i tappeti in mostra alla Galleria Francesco Zanuso di Milano. Realizzati in lana pregiata, sono lavorati con la tecnica del taftato a mano, meno dispendiosa di quella a nodi, proprio per essere tappeti d’arte sì, ma per tutti. Questa la volontà del loro creatore, Luca Scacchetti l’architetto e designer, morto prematuramente nel 2015. Sua è la distinzione dei pezzi inediti in due collezioni, La terra degli uomini e Magical Carpet Tour. Nei tappeti della prima, quadrati di un metro e mezzo per lato, è possibile individuare un percorso con l’abitato e la campagna marchigiana, che fa parte del vissuto autobiografico di Scacchetti. Nei Magical Carpet, a forma rettangolare di cm 270x140, il fantastico  predomina. Difficile trovare qualcosa di definito, più facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione, proprio come in un magical tour su un tappeto volante. Non a caso Alessandro Mendini titola l’introduzione del piccolo catalogo, scritta nel novembre 2012, Tappeto volante. Parla di “paesaggi architettonici”, di “arcaiche e sconosciute civiltà scomparse”, di “un percorso compiuto dall’alto sopra un mondo silenzioso d’intensa poesia strutturata e percepita come narrazione”. Nell’affascinante galleria, connotata da archi con mattoni a vista, i tappeti sono appesi alle pareti, in una sequenza studiata da Cinzia Scacchetti Anguissola. La mostra, curata con evidente passione da Gianpaolo Tibaldo, grande amico di Luca Scacchetti, chiude il 24 dicembre, per poi riaprire dall'8 al 24 gennaio 2020.

Nessun commento:

Posta un commento