venerdì 12 maggio 2017

QUESTA E' LA RAI, LA RAI TV



Ci sono argomenti di cui tutti sono in grado di parlare o potrebbero esserlo. Uno di questi è la televisione, per cui è  difficile per chi la sceglie come oggetto di una mostra dire o far vedere quello che hanno in mente tanti, senza annoiare con il didascalico o irritare con l’alternativo a tutti i costi. Con TV 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai, l’artista ci prova. Conscio che la sua non è una visone critica, ma un’interpretazione artistica. Ed è questo che si aspettava la Fondazione Prada quando gli ha affidato il progetto, che s’inserisce nella ricerca sulle trasformazioni della comunicazione e dell’immagine. E’una rivisitazione storica e creativa delle vicende Rai anni Settanta. In un’elaborazione fantastico-surreale, com’è nelle corde di Vezzoli. La visita inizia con opere di artisti contemporanei legati in qualche modo alla TV, o perché intervistati nel loro lavoro o perché protagonisti di un programma. Nella sala seguente, maxischermi trasmettono immagini di classici del teatro e della letteratura in adattamenti Rai. Al centro un ammasso di leggii, ognuno con la foto di attori/trici nei ruoli più caratterizzanti(foto in alto). La sezione al primo piano del Podium è forse quella più emozionante, con il minimalistico corridoio nero. Sulle pareti televisori con le notizie e i servizi più drammatici della cronaca italiana di quegli anni. Da Piazza Fontana alla strage dell’Italicus, dall’assassinio di Pasolini all’attentato a Indro Montanelli. Sotto, nella grande sala al piano terra del Podium, si è accecati da un rosso intenso, sulle pareti e sul pavimento. Qua e là disseminate opere in sicofoil di Carla Accardi, con cui l’artista metteva in discussione la pratica artistica come prerogativa maschile. Il tutto completato da grandi schermi con programmi sulle donne o riprese di manifestazioni femministe (foto in basso). Nella palazzina sud c’è la parte più ludica e surreale dove le donne sono ancora protagoniste.  Con le foto di celebrità  come Elisabetta Catalano, con reportage come Paola Mattioli, con installazioni in tema come Carol Rama e con programmi ed esibizioni televisive.  Alcune con un accento sul trash mai prevedibile, e mai con critica. Il percorso espositivo si conclude nel cinema. Con un montaggio di 15 minuti, realizzato da Vezzoli con vari estratti televisivi. La mostra, aperta il 9 maggio, chiude il 24 settembre.
 

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