C’è chi ha suonato in mezzo a un prato, chi da un fioraio, chi in una libreria, chi in un ostello, chi nel passaggio sulle rotaie dismesse che unisce Porta Genova a Via Tortona (foto al centro), chi in scuole, chi in banca. I più hanno suonato in giardini, chiostri, cortili e qualcuno, ma pochi, anche sul palcoscenico di un teatro. Da venerdì a domenica Milano è stata invasa da pianoforti a coda, mezza coda, verticali e perfino toy, pianoforti giocattolo tanto amati da John Cage. Per una cinquantina di questi a Piano Center
(la Gam di Via
Palestro), Michael Nyman ha composto una nuova versione del suo Danubio blu. Un buon modo di ascoltare
musica, con l’opportunità di scoprire luoghi della città chiusi,
irraggiungibili o impensabili. E tutto con la complicità di una vera primavera
e cielo terso. Svariate le performance, come la maratona di Nicolas Horvath che
ha suonato Philip Glass, per
festeggiarne gli 80 anni, dalle 10 alle
21 di domenica. Alla Fondazione Prada, nella zona coperta sul retro della palazzina dorata. Al teatro Burri a Parco Sempione
sempre Michael Nyman si è esibito alle
5,30 e non per pochi intimi. Si parla di 1800 mattinieri (o tiratardi). Si sono aperte ville e associazioni private come
il Mamu Magazzino Musica di Via Soave, spazio con tappeti, divani, libreria e il calore di una casa. Ma si sono scoperti
anche teatri di cui pochi conoscevano l’esistenza, come la Santeria Social Club. Anche
l’hinterland è stato coinvolto. Non rientrava in Piano City, ma la musica,
suonata soprattutto al piano, è stato il filo conduttore di Donne di corte, donne in corte al teatro
l’Oasi di Locate Triulzi, con la creativa regia di Luisa Gay. Un omaggio, senza retorica, a Cristina Belgioioso,
che a Locate viveva, e un ricordo delle grandi donne dell’800 da Joséphine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone, a Sissi imperatrice
d’Austria. Storie raccontate da Claudio Gay, con le parole o le musiche da
lui suonate al piano di Rossini, Mozart, Wagner, Shubert, Strauss, o cantate dalla splendida voce di Albertina del
Bo. Con il contorno dei pettegolezzi in
dialetto delle donne in corte, bravissime attrici dilettanti. Trascinante il
coro con Va' Pensiero e La bella Gigogin.
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