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Gael Garcia Bernal |
In venti giorni ha scalato le classifiche,
nonostante i forti concorrenti.
“No. I giorni dell’arcobaleno” del cileno Pablo Larrain è piaciuto per
la rara caratteristica di essere profondo e divertente nello stesso tempo. Racconta di quando nel 1988 il dittatore
Pinochet è costretto dalle pressioni internazionali a indire un referendum per decidere
sulla sua presidenza per altri 8 anni. Sicuro
di vincere, grazie a disinformazione
generale e falsità istituzionalizzate, da condire con brogli e ricatti.
L’opposizione affida la campagna di quei pochi 15 minuti quotidiani concessi in
televisione a un giovane pubblicitario René Saavedra. Che invece di
puntare sugli orrori della dittatura, punta sull’allegria che il no a Pinochet
potrebbe portare al paese. Con un uso di immagini e jingle da spot per prodotti
di largo consumo. E i no vincono
nonostante le pesanti intimidazioni al gruppo creativo e in particolare a Saavedra
e alla campagna televisiva del sì, retorica, vecchio stile, in mala fede
e infarcita di bugie, ma diffusa per molte ore al giorno. A interpretare
il ruolo
del geniale pubblicitario uno straordinario e convincente Gael Garcia Bernal. Trentaquattro anni, messicano, l’attore ha
sempre lavorato in film di spessore sociale e politico. Da “Amores perros”
rivelazione del messicano Inarritu ai “Diari della motocicletta” che gli ha
fruttato il soprannome di Ché del cinema. Il suo impegno, d’altra parte, non si limita allo schermo ma è forte anche
nella vita privata, tanto da aver creato un’associazione per promuovere i documentari
di informazione socio-culturale. Bernal sta ora lavorando in Messico, dove
vive, in una versione post apocalittica di Zorro dal
titolo “Zorro Reborn”, del regista peruviano Ricardo de Montreuil, che sarà nelle sale nel 2014. In cui sembra si vedrà pochissimo
del Messico e del suo paesaggio.
Invece, per saperne di più sul Messico, su località sconosciute e meno ovvie è appena
uscita “Guida verde del Messico” (Touring Editore) di Pietro Tarallo che sarà
presentata all’ambasciata del Messico di Roma il 31 maggio. L’itinerario tocca
tutte le mete tradizionali dal Chiapas allo Yucatan, alla Bassa California, ma
di ognuna di queste svela bellezze e curiosità nascoste ai più.
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