giovedì 2 maggio 2013

BASILICATA GREEN TO GREEN




  Lo zoo di ars topiaria
Il giardino del Museo Diocesiano di Melfi
La difesa dell’ambiente non è una “invenzione” dell’ultimo secolo. Federico II nel suo “Liber Augustalis” contempla leggi sull’ecologia e decretò la pena di morte per chi uccideva un animale in estinzione.  Nel Vulture, in Basilicata, dove regnò, se ne avvertono le tracce. A cominciare  dalle foreste popolate di rapaci. Non a caso Federico era un vero  addicted della falconeria,  rappresentato spesso con falcone sul braccio. E poi gli ulivi e i vigneti, non estesi, ma sufficienti per produrre buon olio e l’ottimo  Aglianico. E’ immerso nel verde il castello di Melfi,  dove appunto Federico scrisse il suo codice.  Vale la pena entrarci per il sarcofago di Rapolla in marmo bianco, proveniente dall’Asia Minore, con un’elegante figura di donna  distesa sul coperchio. E per “il bagaglio”, perfino carri e bracieri, con cui venivano  sepolti cavalieri e dame. Nella città, sede di ben cinque consigli papali, il Museo Diocesiano è da vedere solo per il giardino all’italiana con vialetto segnato da busti bianchi. Anche la chiesa rupestre di S.Margherita, con l’inquietante affresco “Monito dei morti”, è accessibile da un fitto boschetto. L’Incompiuta della vicina Venosa (enorme abbazia che i benedettini incominciarono a costruire con blocchi di pietra presi da precedenti edifici nell’XI secolo  e  mai terminarono)non farebbe quell’effetto spettacolare se non fosse  circondata da alberi e  prati, interrotti dai resti di una città romana. Da Venosa, un po’ arroccata, la vista del selvoso “canyon” in basso è notevole.  La costa Jonica, con spiagge piatte e sabbiose, è però un eden naturalistico. Si parla di fenicotteri, lontre, addirittura foche monache. Da  non perdere qui Le Tavole Palatine, quel che resta di un tempio della Magna Grecia.
L’amore per la natura e gli animali sembra essere nel DNA dei lucani. Come racconta a Melfi il piccolo zoo di ars topiaria, creato da Camillo Corona, un signore quasi centenario.  

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