Tavolo West Lake di Massimiliano Locatelli |
Sedia Seconda fotografata da Enrico Cano |
Il confronto è sbagliato. Eppure
viene naturale. Uno dei classici più praticati, e non solo dai milanesi, è
quello fra la settimana del design e le
settimane della moda. Sono su due piani completamente diversi, anche se si intersecano,
nel senso che la moda è entrata con prepotenza nel mondo del design, e molti
architetti passano con nonchalance dalla progettazione del grattacielo a quella
dell’infradito. Comunque non si potrà mai avere nella moda qualcosa di simile a
ciò che avviene nel design. Proprio
come letti e lampadari non potranno mai
sfilare. Certo è piacevole già il giorno prima, cioè ieri, vedere la città a capofitto nel fuorisalone. Ci si incontra, si parla, si beve, si mangiucchia. Il finger food lascia il posto a paninozzi e
rigatoni e la birra si contende con champagne e vino il tavolo delle bevande.
Senza infusi di esotici e insipidi frutti. Chiunque può entrare e vedere un allestimento. Pochi richiedono
l’invito o il nome, al massimo domandano il biglietto da visita. Solo per inserirlo nella mailing list. E così da Alias Design
capita che a spiegarti, senza supponenza e in modo brillante, com’è fatta una
sedia sia il suo creatore, Mario Botta,
in pullover viola. La sedia in questione è Seconda che festeggia i trent’anni in dodici pezzi unici di dodici colori
diversi. Ed è ritratta da sette fotografi, ognuno a
modo suo. Da Nilufar, che dal negozio di
Via Spiga si espande a macchia d’olio su
altri due piani del palazzo, i designer si confondono nel pubblico. E non li riconosci neanche dalla lingua, perché parlano
tutti inglese, italiani compresi . Qui i nuovi pezzi come il lampadario di
Lindsay Adelman o il tavolo a puzzle di
Massimiliano Locatelli convivono con gli storici firmati Franco Albini, Anna
Castelli Ferrieri, Charlotte Perriand, Sudio BBPR. Provengono da nove
paesi i 17 designer di Discipline, marchio italiano che
utilizza solo materiali naturali. Sotto la tensostruttura nel cortile su un
prato troppo bagnato ci sono sedie,
candelabri, orologi, bloc notes. Il design olandese arriva a Milano con 224
designer . Molti erano ieri nel cortile del palazzo del consolato olandese. Per
scambiare due parole , bere una birra o accompagnare alla Mostra Turkish Red
More, che viene dal museo tessile di
Tilburg. O raccontare di qualche iniziativa. Come quella del rinnovato Rijksmuseum
di Amsterdam. Designer, architetti, artisti
sono invitati a creare ispirandosi a un’opera del museo. E qualcosa si
può già vedere: un tatuaggio removibile con una natura morta floreale del XVII
secolo. Per farsi un’idea delle lunghe
propaggini del design basta fare un salto da è De Padova. Le star-novità sono
la poltroncina in legno Donzella di Michele De Lucchi, varie sedie, la poltrona
Pilotis di Philippe Nigro, qualche tavolino. Ma ci sono anche tutti i grandi classici.
Dall’arredo ai gioielli, ai giocattoli, alle ciotole, alle scatole in legno
degli Shaker degli anni Ottanta. Se la troppa
gente impedisce di vedere, si torna il giorno dopo con calma. Così anche per i
vernissage dei nuovi negozi. Da Who’s who in Corso Venezia si intravvedono a malapena le inconfondibili
silhouette femminili di Fabio Novembre. Tra gli allestimenti più scenografici
Wonderglass nei saloni dell’Istituto dei ciechi con lampadari-installazione
realizzati con vetri di Venezia e ispirati a Venezia.Uno solo con cristalli, firmato Zaha Adid.
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