Chiude oggi il Salone del mobile e
così pure molti spazi del Fuorisalone. Già ieri, domenica, si incominciava a
percepire un’aria di smantellamento. Qualcosa resta “aperto” come
la mostra di Interni fino al 21
aprile, nel cortile dell’ Università Statale. Il tema questa volta
è Hybrid, incontro- contrasto di culture. Forse
per il soggetto scelto o
forse perché non è più una novità , l’evento
è meno intrigante degli altri anni. Sempre svariate le proposte. Dalla Wolfhaus
padiglioncino in legno ecosostenibile di Luca Scacchetti alle sneakers di Jean Nouvel per Ruco Line,
dall’arco-portale fatto di rossetti Deborah all’installazione con blocchi di
pietra leccese di Steven Holl. Grandi
nomi come sempre, e atmosfera piacevole soprattutto in un giorno di sole , con cani e bambini. E’ curioso come in città l’ atmosfera cambia a seconda dei luoghi. In
ogni zona che nasce se ne forma una, che
negli anni si conserva, anzi si
accentua. La ricerca, l’architettura e il design con la maiuscola sono in Triennale. Non per iniziati, ma autorevole. Commerciale
alta,
l’atmosfera in Via Durini con i grandi nomi Cassina, Gervasoni, B & B, ecc. Molto
legato alla moda il quadrilatero. Novità nel quartiere Brera. Accanto ai grossi
come Boffi, Missoni, Moroso, compaiono
piccole nuove proposte. Egò monomarca d’abbigliamento in Via Solferino diventa
un pop up show e ospita mobili per bambini, una cuccia per cane, cassettiere di
Design Mood. Su progetto di giovani designer, sono realizzati tutti con la
tecnica dell’incastro, tipica del marchio. In Via Ponte Vetero, Serafini,
azienda di scarpe, ha aperto il suo primo negozio. E in vetrina espone mobili a forma di maiale,
oca ecc. Sono i Sending Animals di Marcantonio
Raimondi Malerba, prodotti e distribuiti da Seletti, e chiamati così perché
costruiti con le stesse tecniche delle casse di imballaggio. La Via Tortona
rimane uno dei poli d’attrazione più
forti, con molto da vedere. Dal Temporary Museum for New Design,
progettato da Gisella Borioli con la direzione artistica di Giulio Cappellini. Che
racconta l’evoluzione del design in tutte le sue forme, attraverso tutti i
paesi con esempi di grandi maestri e creazioni di giovani emergenti. Alla prima
edizione di Out of Mido. Alla Galleria dell’Hotel Nhow gli occhiali sono oggetto
d’arte oltre che di design. Qui,
soprattutto la sera, l’atmosfera da saga paesana, un tempo attraente perché
spiazzante, è diventata troppo forte.
Più che di design si respira odore di frittelle
e salsicce. Studenti e giovani addetti
ai lavori preferiscono il quartiere intorno a Via Ventura, a Lambrate. Anche
qui ci sono i banchetti con abiti simil
vintage o gioielli folk, visti e rivisti. Affiancati però da piccole realtà attente
all’ecologia, all’uso di nuovi materiali, interessate a un artigianato creativo.
E pure performance, come Coniugi Project che indaga sui confini
maschile-femminile. E soprattutto c’è un’aria davvero internazionale, che
ricorda certi quartieri berlinesi di
qualche anno fa. Novità assoluta, da tenere d’occhio, il Progetto Calabiana in
via Calabiana, appunto, zona Ripamonti.
Diventato operativo con la moda a gennaio, offre spazi interessanti per
gli espositori e invitanti per il
pubblico.
Wonder Wallpaper di Jannelli & Volpi |
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