Dal titolo Naufraghi e naufragi s'immagina una mostra che racconti la terribile sciagura che molti stanno vivendo non lontano da noi. Invece il naufragio che tratta Barbara Pietrasanta (v.foto)nelle sue quindici tele, esposte da oggi all’Acquario Civico di Milano, è metaforico. Certo drammatico, perché sviscera le problematiche di fronte all’esistenza. Ma non c’è la tragedia, anzi l’artista cerca di lanciare un messaggio di speranza. Ci riesce anche con l’uso dei colori a olio dove le tonalità sono smorzate, ma mai appassite.
La scelta dell’Acquario Civico di Milano non è casuale, anzi la mostra è stata pensata per il luogo, quasi un site specific. Il mare è sempre presente, ma raramente assume un aspetto minaccioso, piuttosto con le sue acque, quasi sempre calme, invita alla riflessione, a scoprire sotto la linea di galleggiamento quello che non si riesce a capire della vita. Nelle tele sono rappresentate solo donne, proprio perché hanno più capacità di adattamento, spiega Pietrasanta, quindi per loro è più garantita la sopravvivenza. Emblematico il dipinto della ragazza seduta su un pattino rosso, uno dei pochi elementi di colore. Dietro c’è una grande onda che forse potrebbe sommergerla, ma lei è serena, preparata ad affrontare l’emergenza. Anche la fratellanza, anzi la sorellanza, può aiutare le donne a superare il naufragio e l’artista lo dice in quella tela dove accanto a una panca ci sono due donne, con lo sguardo rivolto in punti opposti. Non sembra esserci un’intesa, ma la troveranno, perché tra loro c’è una corda, anzi una cima, parlando di mare, che le lega. Alcune opere sono state dipinte prima dell’arrivo della pandemia, ma la maggior parte durante il lockdown. Il riferimento preciso è in quell’immagine di donna con una bandiera italiana non sventolante, ma mortificata, quasi uno straccio. Metafora chiara di un paese allo sbando, i cui danni li soffrono soprattutto i giovani, come in alcune tele si intuisce. Il percorso espositivo si conclude, o si apre, con un video in cui intervengono, oltre a Barbara Pietrasanta, lo sceneggiatore e drammaturgo Roberto Scarpetti, la scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego, il critico Diego Pasqualin, che ha curato l’esposizione, e l’artista Renato Galbusera. Naufraghi e naufragi è aperta fino al 30 maggio, da martedì a domenica, dalle 10 alle 17,30. Da martedì a venerdì la prenotazione è consigliata, sabato e domenica è obbligatoria.
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