C’è un nuovo motivo per andare sul lago d’Iseo, in provincia di Brescia. Dopo The floating Piers di Christo del 2016, questa volta l’attrazione è Pisogne. E’ una cittadina bordo lago all’estremità della Val Camonica, nota agli intenditori per La madonna delle nevi, piccola chiesa del XV secolo definita da Giovanni Testori, per i suoi straordinari affreschi, la Cappella Sistina dei poveri. Anche se da sola vale il viaggio, dal 24 aprile c’è un’altra attrazione sempre legata all’arte, ma contemporanea. E’ il Mirad’Or, edificio di quattro corpi su palafitte, costruito dove un tempo c’era il porto medievale, poi divenuto lavatoio pubblico, di cui restano visibili a filo d’acqua le pietre. Progettato dall’architetto Mauro Piantelli è uno spazio aperto al pubblico destinato ad accogliere sia esposizioni, sia artisti che qui potranno lavorare a dei site specific. E con la sua posizione, le vetrate sull’acqua, la vista ha tutto per ispirare.
Fino a settembre è in mostra l’opera di Daniel Buren, uno dei più grandi maestri dell’arte concettuale. Chiamato dal curatore Massimo Minini ad aprire il programma da lui ideato, ha portato due grandi dittici. Sono dei teli in fibra luminosa che fanno dialogare le righe verticali, tipiche dell’artista, con la fibra ottica e la tecnologia, creando una fonte di luce. Sono quindi visibili non solo dalla riva, da cui si accede con una passerella, ma anche dalla parta opposta del lago. L’opera quindi non solo attrae e incuriosisce, ma riesce a trasformare e dare una nuova connotazione al luogo. Dietro a Mirad’or, nato da un’idea di Gigi Barcella, c'è il Comune di Pisogne in collaborazione con l'Associazione BelleArti e la sponsorizzazione di Iseo Serrature, che per i suoi 50 anni ha voluto rendere omaggio alla comunità di Pisogne.
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