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Ombrelli rosa verso Pitti W |
Il
classico “vivacizzato” è il futuro della moda maschile? A vedere le mises dei
visitatori del Pitti non sembra proprio: bermuda di pizzo, stivaletti
disseminati di strass, jeans dipinti addosso, quasi dei leggings, abbinati a bluse di seta oversize. Ma forse
l’uomo probabile non insegue questi modelli e il mercato sa che deve
accontentarlo in altro modo. La nuova chiave che promette di essere ben
recepita è il trasformabile, che significa insieme di stili e di generi. I materiali, è evidente, giocano un
ruolo di primo piano. Si punta molto sugli stampati. La tendenza è verso
disegni inediti, che da lontano possano sembrare dei classici. Così Massimo Rebecchi stampa dei fiori sul cotone
Oxford delle camicie. Varie le stampe etniche, ma degradé, per non essere
troppo ridicolamente folk. Propone anche il camouflage, ma attenuato, quasi il
risultato di una foto mossa. Perfino Desigual guru del technicolor segue una
linea soft per i primi capi in lino. Usa minimi disegni del kamasutra come
riquadri per un tessuto. Mette il ricamo sulle camicie di Madras. La Martina crea una capsule collection dove il british del polo club
della regina incontra la contemporaneità delle linee. E per i più audaci
inventa una camicia dove il british si sposa con le stampe floreali
dell’Argentina, paese d’origine del marchio. Roy Roger’s, sempre attento a
ricordare la sua storia, ma anche
a rinnovarsi, adotta stoffe giapponesi per le giacche ben modellate.
Nella k-way combina il Madras impermeabilizzato con il jersey all’interno. Pure
Pirelli P zero guarda alla tradizione. Perfeziona il tecnologico e la
vestibilità per la motocross jacket
e presenta i mocassini di neoprene. Conte of Florence rispolvera l’heritage e
lavora con fantasia intorno alla polo.
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Stella Jean |
Per
gli accessori continua il concetto della tradizione rinnovata. Testoni lo fa
con la ricerca di materiali. Ecco
la pelle di canguro tinta sui toni
del beige e intrecciata effetto paglia per mocassini e stringate. O ancora
l’antilope africana per i morbidissimi stivaletti. Borsalino mette nuovi nastri
sul classico cappello in versione estiva in diversi tipi di paglia, compresa quella realizzata con una
palma preziosissima del Brasile. Per il trend trasformabile abbina nello stesso
cappello due tipi di fibre. Tra gli
ospiti “clou” sette stilisti turchi nella scenografica sala della
scherma. Diversi tra loro, ma tutti espressione della forte creatività del
paese. L’ italo-haitina Stella Jean ha scelto Pitti per il debutto della sua
prima collezione maschile. Righe
protagoniste. Di tutti i tipi, dal marinaro al regimentale, ma con il tocco
glamour della stampa a sorpresa. Stampe protagoniste anche da Kolor, brand
giapponese creato da Junichi Abe che ha sfilato nel sferisterio del Parco delle Cascine. Stampe e tessuti
giapponesi, scelti senza nessuna nostalgia per le tradizioni nipponiche. L’idea
di felicità e l’ironia, invece, il filo conduttore. Ironico anche lo stilista
che rivela di aver scelto il nome
Kolor perché facile da pronunciare, senza nessuna ispirazione romantica. Avvolti
nella nebbia hanno sfilato modelli e modelle con la collezione di Onitsuka
Tiger per Andrea Pompilio. Anche qui stampe in primo piano, e molti colorati
accessori. In apertura e in chiusura break dance intorno a una vecchia
Chevrolet anni Cinquanta.
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