Erba di San Lorenzo |
In genere si è diffidenti nei confronti della microfotografia, forse
perché è così vicina al virtuosismo e lontana in qualche modo dall’arte. La si
percepisce fredda, fastidiosamente didascalica. Se poi il soggetto trattato è
la botanica, l’effetto respingente si moltiplica. Non succede di fronte alle foto di Caterina Saban, da vedere a Villa
Necchi Campiglio, a Milano, fino al 21 marzo, raccolte con il titolo “Delizia e
Meraviglia “. E l’incuriosente sottotitolo
“Ritratti di erbe, erbacce e fiori selvatici commestibili”. E non è
certo per l’ambiente in cui la mostra è presentata , il mansardato quarto piano
della villa, ex camere della servitù. Uno
spazio gradevole, ma che non ha un’illuminazione studiata per valorizzare.
Raponzolo |
Una cinquantina le fotografie,
tutte accompagnate da una didascalia che
racconta le dimensioni dell’erba in
questione, il tipo di terreno in cui cresce, come è commestibile. E anche questa
spiegazione, per quanto precisa e
documentata, non ha niente della catalogazione dell’erbario asettico, anzi c’è
un filtro di humour. Si ha voglia di leggere, di sapere. Di scoprire che quel fiore dall’aria minacciosa e aggressiva
come una pianta carnivora è grande pochi
millimetri , cresce lungo le spiagge della Maremma e bollito e condito è una leccornia.
Ecco due fiori che si fronteggiano. Sofisticati, irreali, sembrano provenire da
terre tropicali e invece si trovano ai bordi delle nostre autostrade e sono la
base di ottime tisane. Il finocchio
marino trasfigurato da una luce speciale e
ingigantito assume le sembianze di un’alga da acquario. Una microscopica
campanula, lasciando andare minimamente
la fantasia, ricorda una donna con cuffia di un quadro di Vermeer. Il comune
soffione diventa futuribile e il raponzolo una creatura spaziale. Che poi si
scopre perfetta per le frittate. Eppure non ci sono interventi di photoshop o
lavorazioni particolari. Saban la maggior parte delle erbe le ha fotografate
sul posto, aspettando la luce giusta e utilizzando
magari un pannello di sfondo. Qualche altra erba l’ha recisa e fotografata in
interni, ma sempre con luce naturale. E quasi sempre sul luogo dove l’ha
trovata. In Toscana, Liguria, Lombardia, qualcuna nelle Eolie, a Salina. Nel momento della fioritura in genere fra maggio e giugno e cercando di
cogliere l’attimo fuggente. Completano
la mostra un’installazione a terra,
sotto vetro, e “paesaggi” di erbe, di
cui uno con i papaveri dalla breve vita.
E’ probabile, e ce lo auguriamo, che
queste immagini possano venire raccolte in un libro.
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