La data sull’invito di The observing universe era chiara:12 aprile
2020, dalle ore 3:00’00’’alle ore 3:00’01’’. Sotto per chi avesse avuto qualche
dubbio una scritta confermava, in italiano e inglese, che la mostra sarebbe
durata solo un secondo. E così è stato. Il luogo dove tutto si è svolto il
Farahzadart Space a Milano. In streaming ovviamente. Artista performer Gretel
Fehr, di nazionalità tedesca, ma nata a Milano dove vive e lavora. Nascosta
sotto un enorme mantello marrone con strascico è davanti a un cavalletto senza tela con una luce puntata
addosso, in una stanza completamente vuota. Sul viso porta la mascherina,
legame con la realtà della pandemia. Un’immagine aperta a tutte le possibili
interpretazioni. Su quel cavalletto si può vedere l’esasperazione del nulla o
tutto quello che si vuole, quello che si è pensato, soprattutto sognato. Perché
è il sogno il vero significato della mostra secondo il gallerista e artista
Benham Alì Farahzad, persiano, laureato in interior design a Teheran e
diplomato presso l’Accademia di Brera a Milano, dove vive da quarant’anni. “Ci
sono molti temi che si possono vedere anche non materialmente”. Certo ci vuole
uno spunto e poi ci si può lavorare intorno, anche con il sogno. Per questo la
scelta di un orario così particolare, in piena notte, quando tutti dormono. Noi
osserviamo e immaginiamo il mondo e l’universo nello stesso tempo osserva noi,
come dicono il titolo e il sottotitolo Philosophy
to be seen (Filosofia da vedere). Le immagini della performance sono su
instagram e sul sito (http://www.farahzadart.com e www.instagram.com/farahzadart). Normale curiosità chiedersi
quante persone abbiano guardato la mostra nell’orario nell’invito, ma a
differenza di quanto si potrebbe pensare Farahzad non sembra interessato a
saperlo.
Ne so qualcosa dell'ombra con la quale siamo impegnati a fare i conti quotidianamente!!
RispondiEliminaKlasse! Faszinierend.
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