Questo Natale si sono venduti meno giocattoli che
nel 2017. Non è una sorpresa, ma un trend in atto da tempo. Come motivazione il
calo degli acquisti non regge, visto i numeri di altri settori, al primo posto
cibo e vini. Che i bambini siano meno, perché ne nascono meno, può incidere, ma
non in forma così alta. Quali allora le ragioni? Bambini più trascurati? Per
quanto dickensiana e quindi natalizia, la risposta non può essere presa in
considerazione. Interessi dei bambini per altri settori? Le cifre spese per l’abbigliamento
degli under 14 e i videogiochi sembrano suffragare questa ipotesi. Ma cosa ne
sarà di Babbo Natale? Niente paura, nei centri commerciali continua a essere
una figura fondamentale. Le letterine per lui, forse trasformate in mail o sms
e cosparsi di faccine, ci sono ancora. Quanto al viaggio a Rovaniemi, la casa
di babbo Natale, è una meta sempre più gettonata. Ma se è il vecchio è a Rovaniemi, dove viaggia
in sontuose limousine, chi sono tutti quelli che per le strade di Cinisello
Balsamo, Catania, Piacenza, Porto Empedocle se ne vanno in giro distribuendo
dépliant o portando giocattoli? Come si può riuscire a spiegare a bambini, sempre
più scafati, il concetto del
replicante, senza fare cenno ai mistificatori? Forse non se lo chiedono
neanche, perché hanno capito che è tutta una questione di business. Ma se il
Natale non è più la festa dei bambini, di chi lo è? Degli adulti naturalmente.
Delle mille iniziative, la maggior parte sono dedicate agli over 14. A Milano il
Villaggio delle Meraviglie nei Giardini Pubblici ha la cassetta per le
letterine e un Babbo Natale a
disposizione, ma il patinoire è
frequentato da adulti. Al taglio del panettone da Guinness dei Primati (332 chili e un diametro di 115 cm.), firmato
dallo chef chocolatier Davide Cremaschi,
c’erano soprattutto i grandi. Gli stessi che in Galleria guardano ammirati
l’albero di Swarovski(foto al centro). O cercano di capire le strane scritte sul video-albero
del le Darsena. Per non parlare poi delle luminarie di
Torino e Salerno. Vere mostre d’arte, non a caso si chiamano Luci d’artista. Sono nei cortili, nelle vie, nelle piazze. A Torino in
Piazza Palazzo di Città c’è il Tappeto Volante di Daniel Buren. Proiettate in Piazza Carignano le geometrie di Mario Airò. Nicola De Maria in Piazza Carlina ha trasformato i lampioni in alberi con nidi e fiori. C’è un abete di cristallo in Piazza S.Carlo (foto in alto). A Salerno in Piazza Flavio Gioia c’è un tempio di Poseidone fatto con le luci, mentre in piazza Cavour, sempre in omaggio al Mediterraneo, delfini luminosi saltano su onde altrettanto luminose. E poi ci sono i mercatini, presi d’assalto con cifre record. Come quello di Trento con 92 casette che propongono artigianato (forse qualche giocattolo)e gastronomia locale e naturalmente luci, luci, luci. Non d’artista ma d’effetto (foto in basso).
Torino e Salerno. Vere mostre d’arte, non a caso si chiamano Luci d’artista. Sono nei cortili, nelle vie, nelle piazze. A Torino in
Piazza Palazzo di Città c’è il Tappeto Volante di Daniel Buren. Proiettate in Piazza Carignano le geometrie di Mario Airò. Nicola De Maria in Piazza Carlina ha trasformato i lampioni in alberi con nidi e fiori. C’è un abete di cristallo in Piazza S.Carlo (foto in alto). A Salerno in Piazza Flavio Gioia c’è un tempio di Poseidone fatto con le luci, mentre in piazza Cavour, sempre in omaggio al Mediterraneo, delfini luminosi saltano su onde altrettanto luminose. E poi ci sono i mercatini, presi d’assalto con cifre record. Come quello di Trento con 92 casette che propongono artigianato (forse qualche giocattolo)e gastronomia locale e naturalmente luci, luci, luci. Non d’artista ma d’effetto (foto in basso).
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