Si viaggia di più rispetto a cinquant’anni fa e verso
molte più destinazioni. Ma non sempre si viaggia meglio. Nel senso che non si entra
nello spirito del luogo, non importa se vicino o agli antipodi. Non se ne
colgono aspetti nascosti, non se ne
frequenta la gente. Insomma si è turisti e non viaggiatori. Certo non è facile,
se il tempo a disposizione è poco e non si hanno contatti. Dall’altra parte gli
alberghi sono alla continua ricerca di un’idea che li renda più attraenti. Non bastano il
pacchetto speciale o la bellezza del luogo a far la differenza. Si deve offrire
qualcosa che incuriosisca, sia esclusivo e legato al territorio. Così è nata la
proposta Life Beyond Tourism del Centro
Congressi al Duomo di Firenze, per gli ospiti dei suoi due alberghi, l’Hotel Laurus al Duomo e
l’Hotel Pitti Palace al Ponte Vecchio. Con la collaborazione dell’ Associazione
Esercizi Storici Tradizionali e Tipici Fiorentini e il patrocinio dell’OMA, Osservatorio
dei Mestieri d’Arte, i clienti dei due alberghi hanno la possibilità di
passeggiare per quasi due ore nel centro storico alla scoperta di alcuni dei circa sessanta artigiani. Senza spesa in più e prenotando anche sul posto. E non
per uno shopping forzato, ma per entrare in contatto con le persone, ascoltare le
loro storie, vedere laboratori che non si avrebbe modo di visitare, penetrare, insomma,
nel vero tessuto della città. Il progetto si chiama Vo per Botteghe e l’accompagnatore non è una guida e neanche un personal shopper, ma una persona
dell’hotel che conosce la città e come un
amico fa da tramite. La panoramica delle botteghe è vasta e variegata. Ce ne
sono di antichissime come la più conosciuta Officina di Santa Maria Novella del
1612, l’Antica Erboristeria e Spezieria San Simone del 1700 o Filistrucchi che
dal 1720 fabbrica parrucche, barbe, toupet e maschere in cartapesta( in alto).
La più giovane è la bottega Acquaflor del 2010 con le sue fragranze.C’è
chi fa il cioccolato e chi lavora la ceramica (in basso), il cuoio o il legno, chi
prepara fiori e piume per le sartorie e chi ha una selezione straordinaria di
occhiali. Chi si occupa di filati e chi di ricami.E poi ci sono orafi, corniciai,
cappellai, miniaturisti. Sono solo una parte di quegli artigiani italiani il
cui lavoro vale 150 miliardi di euro.
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