RITRATTI IN CO2
Gli oggetti cari a una persona, i suoi interessi,
le sue passioni sono sicuramente più funzionali per
descriverla di un ritratto, fotografico o disegnato. Ed è su questo concetto che ha
lavorato Deborah Ligorio, pugliese che vive
a Berlino, per “i ritratti” in mostra fino a metà febbraio alla galleria di
Francesca Minini a Milano. Dietro alle opere, collage con carta, pelle, tessuto
di piccole dimensioni, un lungo lavoro di preparazione e la voglia di
affrontare una tematica di attualità. Senza la presunzione di lanciare
messaggi. Le persone ritratte, amici, parenti (la sorella), ma soprattutto amici
di amici, conoscenti e anche sconosciuti hanno compilato un questionario, preparato da Ligorio, in cui raccontavano
la loro vita. Con un' attenzione speciale
alle abitudini alimentari, ai mezzi di spostamento usati, ai tipi di hobby. In
modo da poterne trarre un profilo, legato all’emissione di anidride carbonica
per ognuno. Nei ritratti incollati pezzi
di vita, di storia. L’interno di un’ auto per l’appassionato di motori, una
proboscide d’elefante per l’indiano
vegano, colori ed elementi forti per una manager texana, ecc. E in
ognuno una piccola fettuccia posta orizzontalmente a segnare il livello di emissione
di CO2. Azzerata per l’indiano, elevata per la texana sempre in giro sugli aerei ecc. Piacevoli
esteticamente, per gli incroci cromatici e l’equilibrio tra i pezzi e gli
spessori, queste opere "prendono". Non necessariamente per il discorso legato alla
civiltà dei consumi, anche se qui è esposto in un modo meno convenzionale,
quanto perché si è spinti a immaginarsi le persone che ci stanno dietro, si ha
la percezione di averle conosciute, le si sente vicine. E sicuramente più reali di
quanto sarebbero se vedessimo il loro
volto fotografato o disegnato.
Nessun commento:
Posta un commento