sabato 24 gennaio 2015

RITRATTI IN CO2


Gli oggetti cari a una persona, i suoi interessi, le sue passioni   sono sicuramente più funzionali per descriverla di un ritratto, fotografico o disegnato. Ed è su questo concetto che ha lavorato Deborah  Ligorio, pugliese che vive a Berlino, per “i ritratti” in mostra fino a metà febbraio alla galleria di Francesca Minini a Milano. Dietro alle opere, collage con carta, pelle, tessuto di piccole dimensioni, un lungo lavoro di preparazione e la voglia di affrontare una tematica di attualità. Senza la presunzione di lanciare messaggi. Le persone ritratte, amici, parenti (la sorella), ma soprattutto amici di amici, conoscenti e anche sconosciuti hanno compilato  un questionario,  preparato da Ligorio, in cui raccontavano la loro vita.  Con un' attenzione speciale alle abitudini alimentari, ai mezzi di spostamento usati, ai tipi di hobby. In modo da poterne trarre un profilo, legato all’emissione di anidride carbonica per ognuno.  Nei ritratti incollati pezzi di vita, di storia. L’interno di un’ auto per l’appassionato di motori, una proboscide d’elefante per l’indiano  vegano, colori ed elementi forti per una manager texana, ecc. E in ognuno una piccola fettuccia posta orizzontalmente a segnare il livello di emissione di CO2. Azzerata per l’indiano, elevata per la texana  sempre in giro sugli aerei ecc. Piacevoli esteticamente, per gli incroci cromatici e l’equilibrio tra i pezzi e gli spessori, queste opere "prendono". Non necessariamente per il discorso legato alla civiltà dei consumi, anche se qui è esposto in un modo meno convenzionale, quanto perché si è spinti a immaginarsi le persone che ci stanno dietro, si ha la percezione di averle conosciute, le si sente vicine. E sicuramente più reali di quanto sarebbero se vedessimo il loro volto fotografato o disegnato.  

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