Se ne sente parlare e se ne legge non spesso, ma abbastanza di continuo. Eppure il traffico di esseri umani è uno degli orrori del mondo che tendiamo a nascondere a noi stessi. Abbiamo paura di saperne di più. La mostra fotografica Schiavi invisibili, alla Biblioteca Chiesa Rossa di Milano, ci avvicina all’argomento nel giusto modo. Le foto in bianco e nero di Alessandro Fodella docente universitario, non mirano a colpirci con effettacci. Vogliono informarci con quella sensibilità che meglio aiuta a capire e a suscitare reazioni che potrebbero rivelarsi anche costruttive.
Le immagini, soprattutto ritratti, si riferiscono alla Cambogia, anche se le storie che trattano sono dovunque nelle zone più povere del mondo, con lo stesso substrato culturale e sociale. Dietro a ogni foto c’è la storia di un viaggio alla ricerca di una vita migliore, un sogno brutalmente infranto, il dramma della delusione che segue all’illusione. Molto spesso con il tradimento da parte di altri esseri umani nei quali si confidava. Come ben riassume in quel testo di presentazione il Professor Fodella. E i casi riguardano soprattutto le persone più deboli, giovanissime donne costrette alla prostituzione, di cui si intravvede solo la figura in un contesto notturno. Ma anche bambini strappati alle madri per diventare oggetto di orribili traffici. Poche fotografie ma di tale intensità che è difficile pensare a un quadro più drammatico e coinvolgente di questo. La mostra, che chiude il 5 novembre, è un’occasione per visitare, per chi non la conosce, la Biblioteca Chiesa Rossa, ricavata in una tipica cascina lombarda del Seicento. Con un’ottima selezione di libri, più di una sessantina di posti per la consultazione, un’area per i bambini con le pareti affrescate con l’arca di Noé. Il tutto in un piccolo parco con prati ben tenuti, alberi secolari, svariate panchine, due aree cani affiancate. E un calendario fitto di eventi.
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