AMARCORD 1980
Chissà se piacerà a Guccini. Il cantautore è
atteso, ma non si sa se verrà. In Talkin’
Guccini, di amore, di morte e altre sciocchezze, al teatro Menotti a Milano
(fino al 4 giugno), il suo mix di impegno, musica, amicizia, racconti
scanzonati, viene fuori bene con la
regia di Emilio Russo, che ne ha scritto anche i testi. Sempre sul filo del
ricordo, certo, ma senza nostalgie melense e con solo un pizzico di reducismo
sessantottino. In scena un’osteria di Bologna in una caldissima sera del 1°
d’agosto 1980, che solo La locomotiva
intonata da attori e figuranti, a fine spettacolo, rivela preludio della strage
nella stazione.
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Foto Laila Pozzo |
Tra i tavoli gira l’ostessa
Serafina, una Lucia Vasini convincente e a suo agio in una parlata
bolognese zeppa di dialettismi. A interrompere le sue divagazioni su minestre e
avventori del passato, un frate ubriacone con uno strano interesse missionario per le donne (Fabio Zulli) e Vacca d’un
cane(Enrico Ballardini) chiamato così per la colorata interiezione con cui
farcisce i racconti da musicista sognatore e un po’sfigato. E poi la Matta (Andrea Mirò) con le sue storie surreali e
la sua collezione di cartoline improbabili. Parlano, cantano, ballano,
ricordano. Le canzoni trascinano il pubblico (anche i giovanissimi), ma è la
rappresentazione di una certa umanità data dai quattro a dare il tocco
speciale. Ad accompagnarli al piano
Alessandro Nidi. A rendere più che mai guccinesca
l’atmosfera, con voce e chitarra, Juan Carlos Flaco Bondini, dal 1976
chitarrista di Guccini e ispiratore del
progetto. Dopo aver visto lo spettacolo di Emilio Russo su Fabrizio De André.
Condivido in pieno il testo di Luisa, aggiungo che lo spettacolo, che merita di essere visto per la bravura degli artisti, è un mix di nostalgia e goliardia, reso tale dalla scelta specifica di testi gucciniani. Forse, a mio modesto parere,vista la collocazione cronologia, bisognava calcare di piu la mano per ricordare l'imminente tragedia.
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