Cosa hanno in comune dipinti di
fiori e libri? Molto di più di quanto si possa pensare e due mostre, entrambe a
Milano, lo confermano, o meglio lo spiegano.
Il filo che le lega è una sottile
nostalgia,non vista assolutamente come qualcosa di negativo e polveroso, ma
come una “raffinata interpretazione”.
O.D.E. di Giulio Paolini |
Di fiori parla “Les fleurs…un jour”, con gli oli e i
pastelli di Milena Ercole Pozzoli che ritraggono glicini, rose, peonie recisi nei
vasi o ancora sulle piante. Da vedere al Circolo della Stampa fino al 20
dicembre. L’artista, fotografa e
giornalista, autrice di varie guide di viaggio, attraverso i fiori parla in
qualche modo dei suoi sentimenti e dei suoi ricordi. Di come i fiori del suo
giardino di Asti, dove è nata, siano stati i primi amici d' infanzia, quelli che le hanno insegnato il ritmo delle
stagioni, lo svolgersi del tempo, la bellezza dei colori e dei profumi . E come,
quando dodici anni fa entrò nell’ atélier di pittura di Luisella ed Ettore Moiotti,
quei fiori siano stati la fonte di ispirazione
e un modo per ripensare a momenti del passato. Al di là dell’ottima tecnica, sono quadri che parlano, catturano, emozionano.
E sicuramente le raffinate cornici, diverse
e adattate ognuna al soggetto, e le finestre della sala dell’esposizione, affacciate su un uno dei tanti/pochi
giardini inaspettati di Milano,
contribuiscono all’effetto.
L’altra mostra
“Giulio Einaudi. L’Arte di pubblicare”, come è intuibile, parla di libri. E’ a Palazzo
Reale fino al 13 gennaio. A cen’anni dalla nascita dell’editore racconta la
storia della casa editrice che ha avuto
un ruolo di primo piano nel panorama
culturale italiano. Esposti ci sono i libri, i
bozzetti, le copertine. Dalle prime disegnate dai grandi maestri della grafica come Albe
Steiner e Max Huber o da pittori come Morlotti,
Vedova, Cassinari, Guttuso ecc. coordinati da Giuseppe Ajmone. Fino a
quelle più conosciute e
riconoscibili “progettate” da Bruno
Munari per le varie collane dagli anni
Cinquanta ai Novanta. Ed è guardando questi libri con le inconfondibili
copertine che entra in azione l’effetto
nostalgia. Per molti lettori, sicuramente. Per chi ha amato Pavese e Calvino,
Carlo Levi, Vittorini, Elsa Morante, Primo Levi, Arpino, Natalia Ginzburg,
scrittori, alcuni, che furono anche
curatori per la casa editrice. E tra gli stranieri dai classici Proust, Stevenson,
Melville ai moderni Mann, Sartre, Ionesco, Brecht e Salinger per molti
adolescenti anni Sessanta autore mito con il suo “Il giovane Holden”. E tra
tanti pezzi d’archivio la nuova opera di Giulio Paolini intitolata O.D.E.
(Occhiali di Einaudi).
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