Tra i pregi degli spettacoli di Ippolita Baldini c’è sicuramente il ritmo sostenuto, per un’ora e mezza. Con continui motivi di risate, cambi d’abito, balli, immaginari dialoghi, sdoppiamenti di persona. In questo ultimo Io Roberta Ippolita Lucia, al Teatro della Cooperativa di Milano dal 13 al 18 maggio, non si è smentita. Sempre più nota anche al grande pubblico della TV, lavora sugli stessi temi, ispirati, rivela con entusiasmo e riconoscenza, dalle sue due "Franche modelli", Rame e Valeri (molto si riconosce nel suo personaggio del Diario della Signorina Snob di Franca Valeri).
Lei Roberta Ippolita Lucia, sempre autobiografica con i suoi tre nomi e i suoi tre cognomi (una e trina si definisce), ogni tanto dialoga con la madre in cui si trasforma semplicemente tendendo la testa all’indietro e tenendosi la folta chioma, ovvio con una voce impostata. Questa volta arriva sul palco dal pubblico scusandosi per il ritardo, dovuto al "duro" lavoro svolto con altri volontari, tutti con tre cognomi e nomi che vanno da Luchino a Gaddo, a Lapo, con i quali ha dovuto ricostruire le coppie di calzini spaiati da mandare a bisognosi bambini del Mali. Da qui l’ironia, con una divertente presa in giro di un certo mondo, prende la rincorsa. Fino alla scena finale in cui insegna alle signore del pubblico a simulare l’orgasmo, sostenendo che a furia di simularlo, alla fine lo si prova. Un’idea, dice, che parte dai deludenti dati del famoso Rapporto Kinsey sull’orgasmo femminile. Il tutto passando per feste bene, viaggi a New York, incontri in discoteca, storie con ipotetici fidanzati neri del Queens. Continuamente cambiandosi d’abito velocissima. Alle volte dietro un paravento, unico oggetto in scena, alle volte voltata di spalle. Soltanto per il bis, il cambio d’abito ha richiesto più tempo. Durante il quale, Ippolita Baldini nascosta, ha continuato a parlare, cantare e soprattutto a intrattenere e far divertire il pubblico.