Non si può certo dire che in questa Fashion Week milanese, che volge al termine, siano mancate creatività e sorprese. Da chi ha sfilato per strada con pubblico al seguito, a chi ha trasformato una fabbrica dismessa in una selva oscura dove un ragazzo con pila accompagnava le modelle, non si sa se per illuminare il cammino o l’abito. Per non parlare dei ritorni di nude look e sensuali mises, complete del mitico reggicalze, per proseguire con il metaverso o la salita in passerella di quanto di più diverso dalla modella filiforme. Le proposte interessanti comunque ci sono state, anche da parte di chi ha rischiato di coprirle all’insegna del Famolo strano a tutti i costi.
Tra i tanti contrari all'effetto facile Hui, brand fondato da Zhao Huizhou, con una collezione sintesi di Made in Italy e Made in China, dai tessuti alle lavorazioni. L’abito longuette è in tessuto jacquard, cinese come il colletto; il montgomery ha gli alamari in filigrana; la giacca con quattro tasche alla Mao è in duchesse di seta rossa (foto in alto). I disegni dei paraventi diventano la stampa del pull di mohair e dei pantaloni abbinati. Il bomber è in duchesse di seta, ricamato da mani cinesi. A suggellare l’intesa Italia-Cina, in prima fila le olimpioniche italiane a Pechino Arianna Fontana e Francesca Lollobrigida. Dalla Cina all’India. Vaishali S. (per Shadangule) rende prêt-à-porter la couture e utilizza tessuti indiani lavorati a mano per capi con giochi di drappeggi e plissettature (foto al centro). Creatività portabile nella collezione Recercle Milano. Con un attento lavoro di ricerca, seguito da accurata post-produzione, Chichi Meroni, direttore creativo di L’Arabesque, dà vita nuova a pezzi d’archivio. Aggiunge un orlo di chiffon al rigido blazer, sovrappone allo spento tubino uno chemisier in organza brillante, mette un corsetto sull’abito da cocktail (foto in basso). Patchwork di stampati, asimmetrie, drappeggi, frange e spalle importanti dalla portoghese Alexandra Moura che manda uomini e donne sulla passerella del nuovo Fashion Hub di Camera Moda all’Adi Museum. Qui hanno sfilato ieri i quattro brand ungheresi Abodi, Elysian, Kata Szegedi, Thefour che fanno parte della Budapest Select. Insieme a Nini con borse e cappelli, a Cukovy con i piumini e a Zsigmond con i suoi capi sportivi e sostenibili, dove il nero è dominante.