La rigenerazione delle periferie a
Milano fa un grande passo avanti. In via Moncucco, zona Famagosta ex area
industriale, nascerà ad aprile un ampio spazio per eventi, mostre, fiere, destinato
a cambiare e rivalutare l’area intorno. Che un imprenditore dia vita a un paese
o perfino a una città è stato un fenomeno diffuso di fine 800 e della prima metà del
secolo scorso. In piccoli centri ne esiste ancora qualche caso. Ma che, in
tempi recenti, degli imprenditori creino addirittura un quartiere di spicco a
Milano è una rarità. Ancora più sorprendente se dietro non ci sono esponenti
del mondo industriale, ma persone che provengono dall’editoria di moda. E’ il
caso del Superstudio Maxi e di Flavio Lucchini e Gisella Borioli, lui primo storico
direttore di Vogue Italia, lei giornalista con varie direzioni alle spalle, fondatori
di una casa editrice negli anni 80, momento clou per la moda milanese. Il
Superstudio Maxi è il terzo capitolo di un racconto iniziato nel 1980 con Superstudio 13 e continuato nel 2000 con Superstudio
Più di Via Tortona. Il primo nasce per l’esigenza di trovare degli spazi per i
fotografi che non hanno uno studio personale, ma anche per le redazioni. Le tredici
sale dispongono di tutti i servizi per facilitare il lavoro. La cosa interessante è che la zona, vicina alla
ferrovia e decisamente degradata, incomincia a essere più frequentata, aprono
negozi e locali. Ma il grande passo di riqualificazione arriva con il
Superstudio Più, creato nell’area dell’ex General Electric. Nel giro di poco
tempo la via Tortona, circondata di campi con solo il vecchio palazzone dell’Ansaldo,
cambia faccia per trasformarsi in uno dei luoghi della cultura e della smart Milano. Dal Mudec al Base,
dall’Armani Silos all’Hotel Nhow, alle varie fondazioni. Qui si tengono
sfilate, mostre, diventa la sede di uno dei più visitati fuori salone del mobile e di White, la fiera più qualificata per le
tendenze moda. Tutto qui è all’insegna dell’innovazione, dell’arte, ma anche
del recupero. A cominciare dalla
monumentale scultura di Flavio Lucchini nel prato all'ingresso (v.foto), per continuare con l’orto
creato da Michelangelo Pistoletto sul tetto di uno degli edifici. Con le sue contadine e un ricco raccolto, che viene
distribuito alle famiglie bisognose. Ora è la volta di Superstudio Maxi (in alto il rendering), il cui
progetto è stato presentato ieri in conferenza stampa alla Triennale. Una
superficie totale di 10mila metri quadri, di cui un salone espositivo di 7mila 200 metri
quadri, alto 8 metri. Il fatiscente immobile industriale con la struttura a
scala sarà conservato per il suo valore storico. Sulla facciata bianca sono
previsti interventi di artisti. E all’ingresso un Ledwall con animazione e
video. Quanto alla destinazione la doppia licenza acquisita per fiera e spettacolo
fa immaginare le miriadi di possibilità.
Nessun commento:
Posta un commento