giovedì 10 ottobre 2019

NON C'E' DUE SENZA TRE



La rigenerazione delle periferie a Milano fa un grande passo avanti. In via Moncucco, zona Famagosta ex area industriale, nascerà ad aprile un ampio spazio per eventi, mostre, fiere, destinato a cambiare e rivalutare l’area intorno. Che un imprenditore dia vita a un paese o perfino a una città è stato un fenomeno diffuso di fine 800 e della prima metà del secolo scorso. In piccoli centri ne esiste ancora qualche caso. Ma che, in tempi recenti, degli imprenditori creino addirittura un quartiere di spicco a Milano è una rarità. Ancora più sorprendente se dietro non ci sono esponenti del mondo industriale, ma persone che provengono dall’editoria di moda. E’ il caso del Superstudio Maxi e di Flavio Lucchini e Gisella Borioli, lui primo storico direttore di Vogue Italia, lei giornalista con varie direzioni alle spalle, fondatori di una casa editrice negli anni 80, momento clou per la moda milanese. Il Superstudio Maxi è il terzo capitolo di un racconto iniziato nel 1980 con  Superstudio 13 e continuato nel 2000 con Superstudio Più di Via Tortona. Il primo nasce per l’esigenza di trovare degli spazi per i fotografi che non hanno uno studio personale, ma anche per le redazioni. Le tredici sale dispongono di tutti i servizi per facilitare il lavoro.  La cosa interessante è che la zona, vicina alla ferrovia e decisamente degradata, incomincia a essere più frequentata, aprono negozi e locali. Ma il grande passo di riqualificazione arriva con il Superstudio Più, creato nell’area dell’ex General Electric. Nel giro di poco tempo la via Tortona, circondata di campi con solo il vecchio palazzone dell’Ansaldo, cambia faccia per trasformarsi in uno dei luoghi della cultura e della smart Milano. Dal Mudec al Base, dall’Armani Silos all’Hotel Nhow, alle varie fondazioni. Qui si tengono sfilate, mostre, diventa la sede di uno dei più visitati fuori salone del mobile e di White, la fiera più qualificata per le tendenze moda. Tutto qui è all’insegna dell’innovazione, dell’arte, ma anche del recupero. A cominciare  dalla monumentale scultura di Flavio Lucchini nel prato all'ingresso (v.foto), per continuare con l’orto creato da Michelangelo Pistoletto sul tetto di uno degli edifici. Con le sue contadine e un ricco raccolto, che viene distribuito alle famiglie bisognose. Ora è la volta di Superstudio Maxi (in alto il rendering), il cui progetto è stato presentato ieri in conferenza stampa alla Triennale. Una superficie totale di 10mila metri quadri, di cui un salone espositivo di 7mila 200 metri quadri, alto 8 metri. Il fatiscente immobile industriale con la struttura a scala sarà conservato per il suo valore storico. Sulla facciata bianca sono previsti interventi di artisti. E all’ingresso un Ledwall con animazione e video. Quanto alla destinazione la doppia licenza acquisita per fiera e spettacolo fa immaginare le miriadi di possibilità.  

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