I dati Istat dicono che il 60% degli italiani, al
di sopra dei 6 anni, non legge nemmeno un libro all’anno e che il 14& degli
italiani che ne leggono più di 12, sono considerati lettori forti. Stupisce
quindi il successo di Bookcity a
Milano. Mille trecento eventi spalmati su quattro giorni (dal 15 al 18
novembre) con anticipi il 14 e code il
19. Certo i nomi importanti sono stati d’attrazione da Jonathan Coe a Luis
Sepulveda, e non solo nell’ambito della letteratura, dal neuropsichiatra
tedesco Manfred Spitzer, scopritore della demenza digitale, a l’ex premier
Paolo Gentiloni. Svariate le location, dalle
istituzionali e ovvie alle meno prevedibili come l’Acquario civico o
l’autobus 90/91. La musica ha accompagnato varie presentazioni. Dal chitarrista
al pianista, dal gruppo al dj, al coro. Come alla libreria Vita e Pensiero dell’Università Cattolica per la Festa della letteratura irlandese. Con un viaggio a ritroso da Joyce a Thomas
Moore, nato a Dublino nel 1779, che con le sue ballate e melodie pare abbia
ispirato Beethoven e Mendelssohn. Qui con Giuliana Bendelli docente e autrice
di Leggere l’Ulisse di Joyce e il
poeta Tomaso Kemeny, Enrico Reggiani, docente e autore di Il Do Maggiore di questa Vita ,ha fatto cantare ai suoi studenti
alcuni brani di Moore. Don Backy è stato ospite della finale della maratona di
poesia alla Casa della Carità, organizzata da Don Colmegna con la lettura delle
poesie dei migranti. Molta attenzione all’arte. Al Castello Sforzesco in scena
il volume su Ver sacrum la
rivista della Secessione Viennese di
Valerio Terraroli (Skira Editori). Altri temi affrontati la scienza, il
razzismo, le donne e il femminismo. Da Le ragazze nel ’68, con testimonianze di
alcune delle protagoniste, all’Università Statale, al libro di Donatella
Borghesi Io sono la tua sposa marina (Edizioni
L’Iguana) a SIAM Biblioteca. Un racconto autobiografico-famigliare che,
attraverso le ritrovate lettere di un nonno, ripercorre le storie di donne
forti dai primi del ‘900 al 1968. Con un’unità di pensiero e linguaggi diversi,
consoni al momento, pagine che commuovono e flash d’ironia. Non si inserisce
istituzionalmente in Bookcity ma ne
potrebbe fare parte, il recital per voce e chitarra di Carlo Pestelli, ieri
sera per Musica al Tempio alla Chiesa
Valdese. Con il titolo Aperto per ferie, che già la dice lunga
sul sense of humour del musicista,
canzoni che parlano dei cambiamenti nella società, ironizzano su luoghi comuni
e sui nuovi profili tipo, addirittura giocano con il linguaggio un po’ alla
Bartezzaghi. Evidente un grande spirito
di osservazione e una notevole cultura che non fa sfoggio di citazioni, ma si
percepisce e affascina.
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