giovedì 31 maggio 2018

C'E' UN GIGANTE IN MEZZO AL MARE




C’è un elefante seduto ai margini della strada che protende la sua proboscide verso il guard rail.  Un grasso ed enorme gigante fa il morto galleggiando a un centinaio  di metri dalla costa. Su una spiaggia un cane nero gioca con un ramo. Siamo in Sardegna tra Castelsardo e Alghero. L’elefante e il gigante sono delle rocce e solo il cane nero è reale.  Mentre il suo padrone fa il bagno, s’intrattiene con un pezzo di legno. E’ un abusivo, perché nella lunga passeggiata nella macchia mediterranea di Punta Giglio, gli animali non sono ammessi. E non perché la vegetazione finisce  al mare e i cani non sono tollerati sulle spiagge, ma           perché la loro presenza può disturbare e alterare l’equilibrio nella fauna. Di carnivoro c’è solo la volpe.  Non si lascia vedere, ma fa notare i suoi passaggi, segnando il territorio, preferibilmente nei sentieri e nei tagliafuoco. Piccole cose in confronto alle devastazioni che lasciano i cinghiali. Agiscono solo di notte, quando sono sicuri di non trovare il nemico     
uomo. Da loro gli alberi più fragili non riescono a difendersi. Dagli animali più piccoli ed erbivori la natura, invece, li protegge rendendo le  foglie in basso pungenti con bordi frastagliati. Man mano che salgono diventano lisce. Sono una delle tante curiosità che si scoprono camminando con una guida ambientale esperta come Elisabetta. Il silenzio è interrotto solo da sommessi canti di uccelli, che qui sono in gran numero e di varie specie e dimensioni.  Fino ai rapaci e al grifone, quasi sparito, ma riportato in loco con abili stratagemma. Anche le spiagge che s’incontrano ogni tanto hanno molto da raccontare, come la presenza della posidonia, pianta acquatica che pare riesca a diminuire la forza del mare nelle mareggiate e con le sue strane foglie, che sembrano bruciate,  protegga la sabbia dall’erosione.  Il gigante è qui di fronte. Si chiama Capo Caccia, è un promontorio di roccia calcarea, chiamato così perché luogo ideale nell’800 per la caccia al piccione dalla barca. Nella parte bassa ci sono diverse grotte, dove un tempo viveva la foca monaca. A conferma di quanto il luogo sia incredibile, basta dire che su una strada per Capo Caccia è stata girata una delle più spettacolari scene di 007 La Spia che mi amava. La roccia dell’elefante invece è nel comune di Castelsardo, ma non è solo un masso singolare per la forma, che ricorda l’animale seduto, e per il color ruggine, quanto perché  al suo interno ha due domus de janas prenuragiche.


domenica 27 maggio 2018

MA CHE BEL CASTELLO...


I paesi arroccati, con un castello sulla cima, in Italia non mancano. Evocano storie di dame e cavalieri, di fate e maghi. Castelsardo al nord ovest della Sardegna è uno di questi. Appare improvviso sulla strada che costeggia il mare(foto in basso). Si entra, si sale e comincia l'avventura. Non più fatta di vicoli bui e deserti, ma, negli stessi palazzi, di locali, negozi, 


laboratori dove la vita ferve.
Il castello lassù è lì da secoli. Fino agli anni'70 ci sono stati i carabinieri. Ora il luogo ha molto da offrire. A cominciare  dal Mim, Museo dell'intreccio mediterraneo che racconta un artigianato  diffusissimo in loco. Fino agli anni'80 le bambine già a tre anni  imparavano a intrecciare da mamme e nonne. Dai cesti più grandi per il corredo a quelli per la pesca, fino alle barche che duravano una sola stagione, perfette per i pescatori di frodo per farle scomparire con un semplice taglio( foto al centro). Tutti in teche di legno e vetro dall’  intelligente design. In un'altra ala si succedono mostre temporanee come quella attuale dell’ artista sarda Liliana Cano (classe 1924).  Trentaquattro tavole di acrilico su multistrato marino che raccontano l'inferno dantesco (foto in alto). Scendendo, vicino alla biblioteca dove sono conservati importanti manoscritti, c'è il museo sulla stregoneria, che ricorda la nefanda presenza dell'inquisizione a Castelsardo. Notevole la pluralità di scorci e di viste straordinarie, fino alla Corsica. Giardini sulle rocce dove d’estate si avvicendano spettacoli e concerti. Fra gli scorci doc quello dal terrazzo del B&B Castelflowers, appena aperto da Maddalena Fiorini.  Qui il fiore è il tema conduttore. Non solo dipinto su trompe l'oeil e arredi, ma come simbolo di una natura alla cui difesa Maddalena tiene in modo particolare. La sostenibilità è nelle sue attenzioni. Per questo propone incontri sul tema, come quello con il biologo marino Dario Nardi, che per sei mesi ha pedalato  dall'Ecuador al Cile su una bici di bambù.  Armato di un pannello solare per la video camera e il drone e di una tenda per dormire, ha documentato il dramma della plastica invadente in una natura ritenuta incontaminata.  Questo B&B è una delle tante realtà che incominciano a farsi strada sull'isola, gestite da giovani intraprendenti. Come il Mariposa a Sennori, creato dai fratelli Andrea e Massimo, nella vecchia casa della nonna. Tre stanze con un arredamento di recupero o risistemato, fedele allo spirito del luogo, ma con tutti i piccoli confort del cinquestelle. Come la vicina caffetteria dove Margot, che dà il nome al locale, propone in studiati e originali contenitori bevande con frutti del luogo, e una grande varietà di cheese cake, ma con ingredienti chilometro zero. Alle pareti appende foto di giovani artisti e con una certa frequenza organizza aperitivi con musica, mixata dai Dj da vinili, e  prelibatezze con ciò che offre il territorio, cucinate da chef emergenti. Cercare di differenziarsi in modo creativo diventa una priorità in un paese di 7 mila duecento persone (bambini compresi) in cui si beve il caffé in ben 32 posti, fra bar e circoli. 




giovedì 24 maggio 2018

C'E' UNA RAGIONE...



Chi vedendo un’installazione di qualche artista non ha pensato, almeno per un secondo, come potrebbe essere fra le pareti di una casa? Appeso al soffitto del soggiorno un albero con scatolette di latta, in un angolo del bagno fra cornici dorate un vestito da sposa. Un comò ‘800 con blocchetti bianchi che formano una cascata, che dal piano giunge a terra. Sono in una casa a Sennori, nel nord ovest della Sardegna. La abitano Antonio Salis e Ica Spanu e le opere sono loro creazioni. Come un portoncino con mosaici che evoca il Parco Guel di Gaudì, un terrazzino con ceramiche surrealiste (foto in basso), intrecci di biciclette e una pantera appoggiata al camino sul tetto della palazzina. E’ una casa museo da visitare su prenotazione, guidati dai padroni di casa che, con semplicità e spontaneità, spiegano il loro lavoro. Non è un museo ma è altrettanto da vedere come testimonianza della volontà di mantenere e valorizzare i ricordi di un passato, la casa dove  Maria Lucia Zappino ricama e organizza i suoi raffinati home restaurant. Intorno a una corte verdissima per piante ed essenze(foto al centro), pezzi del passato, assemblati con straordinaria eleganza e nessuno spirito collezionistico-maniacale o nostalgico. Sono due delle tante inaspettate sorprese che offre Sennori, un paese   apparentemente  con nulla da offrire e nessuna ragione per essere visitato. Non è sul mare, ma neanche troppo all’interno,  non abbastanza lontano da Sassari, ma neanche troppo vicino. E invece un giovane e brillante sindaco e la sua squadra hanno saputo far emergere quelle ragioni. A cominciare dai piccoli incontri culturali alla riscoperta e valorizzazione di elementi della preistoria come le Domus de Janas (casa delle fate), quel che resta di una necropoli con pregevoli iscrizioni. Piuttosto che la raccolta di quadri di Salvatore Fara, pittore di Sennori, scomparso recentemente quasi centenario, che con un iperrealismo tutto suo racconta le tradizioni locali, come le processioni di S.Giovanni o di Maria Ausiliatrice, dove le donne vestono incredibili abiti con ricami e giochi di plissettatura di rara preziosità (foto in alto). E poi c’è la gastronomia e i vini, oggetto di iniziative turistiche di successo. Come le Cantine Sorres (in dialetto sorelle)di Laura e Delia Fiori. Per far assaggiare l’ eccezionale Pensamentu, un vino Cannonau senza alcun taglio, organizzano picnic e aperitivi al tramonto nelle vigne con vista superlativa o social eating, pranzi per otto persone a casa di Laura, con i piatti preparati dal marito Pier Franco, creativo chef per hobby.  Daniele Doneddu, invece, nel suo panificio L’Arte del Pane, propone dimostrazioni interattive per la preparazione del pane carasau. Degustazioni sono possibili anche alla Cantina Fara, famosa per i suoi moscati. O nel torronificio artigianale Su Turrone di Antonio Conti, che produce un delicatissimo torrone anche con noci, invece di mandorle, apprezzato e richiesto tutto l’anno sull’isola.  E non solo a Natale, come sul Continente.

mercoledì 23 maggio 2018

OLTRE IL MARE


Perché quando si dice Sardegna si deve sempre pensare al mare. Certo l’acqua è limpida, le spiagge sono interminabili, attraenti e spesso poco frequentate. Ma nel mondo le alternative con un mare bello sono molte e godibili anche in periodi più lunghi. Mentre in quest’isola ci sono svariate cose da vedere, che non hanno alternativa altrove. Nel senso che sono uniche, hanno dietro storie intriganti. Un esempio è Alghero una città di neanche 50 mila abitanti, che rivela le sorprese di un passato leggendario. Come la  passeggiata sui bastioni, piuttosto che quel suo plastico in bronzo creato per i non vedenti.  Raccontano della lunga dominazione catalana, di cui restano le targhe bilingui nelle vie del centro storico e un 35% della popolazione che parla ancora catalano. Peraltro diventata materia di studio facoltativa nelle scuole. Ma la città non è rimasta ferma. Si è continuamente rinnovata, spesso puntando sulle tradizioni. A cominciare dal Museo del corallo in una palazzina Liberty del 1923, per continuare  con  iniziative  particolari come la mostra a cielo aperto  dei centenari sardi, fotografati da Daniela Zedda(v.foto). O le 400 lanterne, create per la partenza dello scorso giro d’Italia e rimaste ancora ora a illuminare la sera nelle strade principali(v.foto). Realizzate dagli studenti del liceo artistico da un’idea di Tonino Serra e di Antonio Marras, sono fatte con ruote di biciclette e di scampoli di tessuto, forniti dallo stilista, che qui nella sua Alghero ha una straordinaria boutique. L’amore per l’isola e la voglia di farla conoscere, in controtendenza con quasi un secolo di emigrazione, sono la vera forza trainante. Si riconoscono nella passione di Tonello Mulas che nel suo laboratorio di tessitura nel centro di Alghero, con un vecchio telaio perfettamente restaurato, crea sciarpe, borse, tappeti pieni di fascino. O di Giusi Ventura che prepara confetture, marmellate, sughi, creme col marchio Venatura, dove la materia prima è rigorosamente stagionale e a poco più di chilometro zero. Mirella di Gangi, fondatrice di Zaffera, è stimolante e commuovente quando parla degli stimmi di zafferano, la cui raccolta diventa una festa socializzante che fa bene all’anima. La voglia di far star bene e  coccolare gli ospiti è un must per Pina nell’Agriturismo Arcobaleno, dove si è accolti da Leon, possente e simpaticissimo cane meticcio, e circondati da cavalli, pecore, asini. Da  non mancare, infine, per un aperitivo o una cena, le Officine con il Sotto Prua. Ricavate in un cantiere per barche alla laguna del Calich, di fronte al Ponte Romano.