venerdì 23 febbraio 2018

RICORDI E RITORNI



Come sempre Antonio Marras non si limita a mostrare i capi, ma mette in scena  una storia di partenze e sbarchi  di tanti anni fa con incontri, ultimi o primi abbracci, sale da ballo, corse sfrenate, saluti, riconciliazioni. Parlare di contaminazione come elemento dominante di una collezione così vasta e articolata può 
                            essere riduttivo. Ma il concetto di sweet & rough di ventennale memoria qui è in primo piano. Fiori rossi sono ricamati su giacche e cappotti. La maglia pop è abbinata alla gonna di tulle.  Anche il montgomery e gli abiti dell’uomo sono riveduti con inserti a contrasto.  Non rendere vistoso il tailleur pantalone completo di panciotto in velluto stampa maculato. Colorare di verde la pelliccia definita vegana e non farne un travestimento. Rivedere nelle proporzioni il giaccone in velluto a coste, senza renderlo eccessivo. Riuscire a modificare i tessuti classici maschili con colore e ironia. E’ la grande abilità di Alberto Biani (foto in basso).  Si chiama Secret Treasure la collezione di Antonio Croce perché i dettagli preziosi, frutto di artigianato made in Italy, sono tutti da scoprire. Come i gioielli incastonati tra i petali dei fiori  applicati su cappotti e giacche o il pizzo che spunta a sorpresa.  Hanita  guarda alle icone della musica anni 70 e 80. Ecco le gonne in tulle di Madonna versione Like a virgin, i completi pantalone in velluto cangiante stile Mick Jagger, il blazer regimental brillante che sarebbe piaciuto ai baronetti. O ancora i bomber coloratissimi e la pioggia di paillettes sulla giacca-kimono. S’intitola Opera Beat la collezione Capucci che prende come spunto la Roma del Piper, storico locale che ha visto nascere Patty Pravo. Nella tradizione del grande couturier ci sono abiti  di chiffon con  balze plissé soleil, bomber lavorati con tecniche  origami, trench con effetto double e tutto dalla perfetta sartorialità. De Wan, nella boutique di Via Manzoni, propone  deliziosi tubini da completare con mantellina di pelliccia e inventa l’impermeabile con enormi tasche dove mettere tutto, dallo spazzolino da denti al computer, per il frequent flyer con bagaglio appresso. Difficile definire la collezione di Marco De Vincenzo, dove i molti spunti anni 70 sono filtrati,  per ricreare lo stesso distacco che c’è fra la televisione e la vita reale. Il cardigan ha le righe e le frange di una giacca da Sioux, sulla maglia è riprodotto l’autoritratto di Antonello da Messina, ma con   effetto mosso. I colori sono forti, squillanti. Le borse hanno ricamati simboli di un  mondo migliore, una mano bianca e una nera che si stringono, la candela, l’arcobaleno della pace, i cui colori si ritrovano sugli enormi piumini cangianti. Il pitone è  il fil rouge da Bulgari. La sua pelle è sulle borse, la sua testa ne diventa la fibbia o chiude la tracolla. Si moltiplica nella stampa di un foulard (foto in alto) e le sue squame diventano il motivo decorativo di un paio di occhiali . Mario Valentino presenta le nuove scarpe nella scenografica biblioteca dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere di Via Borgonuovo, a pochi passi dal suo monomarca, dove in vetrina sono in bella mostra i pezzi dell’archivio storico.





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