domenica 25 febbraio 2018

LA CREATIVITA' E' DONNA



Sono sempre di più le donne stiliste e alcune di loro, ieri e oggi, sono state al centro della fashion week milanese.  A cominciare da Lavinia Biagiotti erede creativa e operativa dell’indimenticabile mamma Laura. La sfilata inizia con il tutto bianco per trench, cappotti, lunghi abiti di maglia. Continua con soprabiti bianchi dai piccoli flash di beige.  Prosegue con l’écru della mantella. I toni si scuriscono per la stampa maculata del paltò, nei quadrati di pantaloni, giacche e spolverini, fino ad arrivare agli stampati a fiori degli abiti nei toni del ruggine, del senape e ai completi optical spruzzati di strass o ai neri da sera (foto in basso). Rossella Jardini presenta Metamorphosis una collezione senza stagione che fa rivivere di una nuova vita caban, trench, giacche militari, ma anche tute da lavoro, e perfino sacchi delle                           

poste o per il trasporto di denaro delle banche (foto in alto) . Con bottoni vintage, toppe d’archivio, broderie. Un riuso–riciclo creativo importante per una moda sostenibile. Giulia Marani porta avanti il lavoro del padre Angelo e parte  dagli archivi, prendendo pezzi, lavorazioni, stampe che hanno fatto il successo del brand. Tutto è rivisto senza nostalgie, ma con un humour che guarda al futuro. Così la felpa in cashmere con stampato il muso del leopardo.  Così il cappotto anni 40 con un patchwork di pellicce ecologiche  tra cui la lince, un'esclusiva Marani. O i jeans in maculato-lince. Mila Schon festeggia i sessant'anni. E’ un uomo, il direttore creativo Alessandro De Benedetti, a riproporre  i capisaldi della grande signora della moda. Dal mitico double alla mantella, dalle stampe e gli intarsi di gusto geometrico alla giacca dalla linea ad A.  Francesca Liberatore, dopo sette stagioni a New York, torna a sfilare a Milano. Mette insieme tessuti e  tagli maschili con  drappeggi e ricami del  Pakistan, dove è stata di recente con l’agenzia delle Nazioni Unite, che promuove lo sviluppo industriale nel mondo. Ma la sartorialità prevale sull’etnico. Stella Jean abbandona in parte le linee e i tessuti africani, ma non perde l’interesse per il multiculturalismo. Tanto da trarre ispirazione  dall’amicizia fra l’atleta afroamericano Jesse Owens e il tedesco Luz Long nelle Olimpiadi del 1936. Le stampe dei tessuti  richiamano le piscine delle gare, i numeri dei blocchi di partenza sono applicati  su  giacche e maglie.  Spunti etnici e scontri-incontri di colore nella fresca collezione di Simonetta Ravizza. Anche Angela Missoni guarda al multiculturalismo.  Gaia Trussardi, per il marchio di famiglia, propone una collezione per uomo e donna con pezzi apparentemente classici e senza tempo. In realtà rinnovati nelle proporzioni, nei tessuti, nei colori inaspettati, spesso gli stessi per lui e per lei, ma che riescono a essere femminili per lei, rigorosi ma non plumbei per lui. Sexy e audace la sera.  Elisabetta Franchi sceglie Monica Vitti come modello di donna, divertente e seducente, ma aggiunge un tocco di aggressività. La stessa con cui la stilista-imprenditrice procede decisa con la campagna contro il maltrattamento degli animali. 

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