Sono sempre di più le donne stiliste e
alcune di loro, ieri e oggi, sono state al centro della fashion week
milanese. A cominciare da Lavinia
Biagiotti erede creativa e operativa dell’indimenticabile mamma Laura. La
sfilata inizia con il tutto bianco per trench, cappotti, lunghi abiti di
maglia. Continua con soprabiti bianchi dai piccoli flash di beige. Prosegue con l’écru della mantella. I toni si
scuriscono per la stampa maculata del paltò, nei quadrati di pantaloni, giacche
e spolverini, fino ad arrivare agli stampati a fiori degli abiti nei toni del
ruggine, del senape e ai completi optical spruzzati di strass o ai neri da
sera (foto in basso). Rossella Jardini presenta Metamorphosis
una collezione senza stagione che fa rivivere di una nuova vita caban, trench,
giacche militari, ma anche tute da lavoro, e perfino sacchi delle
poste o per
il trasporto di denaro delle banche (foto in alto) . Con bottoni vintage, toppe d’archivio, broderie. Un riuso–riciclo creativo
importante per una moda sostenibile. Giulia Marani porta avanti il lavoro del
padre Angelo e parte dagli archivi,
prendendo pezzi, lavorazioni, stampe che hanno fatto il successo del brand.
Tutto è rivisto senza nostalgie, ma con un humour che guarda al futuro. Così la
felpa in cashmere con stampato il muso del leopardo. Così il cappotto anni 40 con un patchwork di
pellicce ecologiche tra cui la lince, un'esclusiva Marani. O i jeans in
maculato-lince. Mila Schon festeggia i sessant'anni. E’ un uomo, il direttore
creativo Alessandro De Benedetti, a riproporre
i capisaldi della grande signora della moda. Dal mitico double alla
mantella, dalle stampe e gli intarsi di gusto geometrico alla giacca dalla
linea ad A. Francesca Liberatore, dopo
sette stagioni a New York, torna a sfilare a Milano. Mette insieme tessuti
e tagli maschili con drappeggi e ricami del Pakistan, dove è stata di recente con
l’agenzia delle Nazioni Unite, che promuove lo sviluppo industriale nel mondo.
Ma la sartorialità prevale sull’etnico. Stella Jean abbandona in parte le linee
e i tessuti africani, ma non perde l’interesse per il multiculturalismo. Tanto
da trarre ispirazione dall’amicizia fra
l’atleta afroamericano Jesse Owens e il tedesco Luz Long nelle Olimpiadi del
1936. Le stampe dei tessuti richiamano
le piscine delle gare, i numeri dei blocchi di partenza sono applicati su
giacche e maglie. Spunti etnici e
scontri-incontri di colore nella fresca collezione di Simonetta Ravizza. Anche
Angela Missoni guarda al multiculturalismo.
Gaia Trussardi, per il marchio di famiglia, propone una collezione per
uomo e donna con pezzi apparentemente classici e senza tempo. In realtà
rinnovati nelle proporzioni, nei tessuti, nei colori inaspettati, spesso gli
stessi per lui e per lei, ma che riescono a essere femminili per lei, rigorosi
ma non plumbei per lui. Sexy e audace la sera.
Elisabetta Franchi sceglie Monica Vitti come modello di donna,
divertente e seducente, ma aggiunge un tocco di aggressività. La stessa con cui
la stilista-imprenditrice procede decisa con la campagna contro il
maltrattamento degli animali.
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