Ci si può rinnovare mantenendo inalterato lo stile, quando lo spauracchio del déjà vu incombe? Per svariate collezioni viste in questa Fashion Week milanese la risposta è sì. Eleventy, per esempio, propone i colori tipici beige, azzurro cielo, bianco ma a sorpresa introduce dei rossi speciali (foto al centro) o delle stampe piazzate, rielaborazione di quelle di famosi archivi di Como. Sulle giacche, in tessuti sempre più selezionati e interamente fatte a mano, compare lo sfrangiato. Spuntano nuovi mix di cotone e lino. La polo è in cashmere leggerissimo. La borsa a secchiello è interamente rivestita di frange. Tutto è inedito, ma assolutamente Eleventy.
Questo avviene anche per le scarpe. Così Charlie Philip giovane brand diventato famoso con le slippers, le rivede rendendole più scarpe, ma senza toglierne la leggerezza. La suola è più larga, la punta squadrata e c’è anche un tacco piccolissimo, sufficiente per renderla più femminile (foto al centro). Un cristallo aumenta ulteriormente l’effetto. AGL continua con i suoi divertissement, questa volta s’ispira alla Maria Antonietta di Sofia Coppola e modernizza le scarpe con fiocchi che annoda a mano. Propone stivali in un tessuto tecnico che ricorda il pizzo (foto in alto), sparge dei fili a fiocco sulla ballerina con un effetto neve. Impreziosisce la pantofola di spugna con cristalli, uno tondo, l’altro quadrato. Gioca sull’effetto ti-vedo-non-ti-vedo con lo scarponcino in tulle. Inventa una finta calza in pelle per il sabot. Drumohr resta fedele alla tradizione ma lavora sulle novità. Come la maglia di cotone spalmata con lamina dorata o l’ intarsio verticale per cui il retro della maglia è perfetto. Inserisce il suo peculiare “biscottino” in un jacquard. Zanotti per le sue scarpe da red carpet punta sulle linee pulite, ma introduce il gioiello. Può essere una fascia di strass sul sandalo o un sabot di vernice con tacco scultura o una pietra sulle ballerine. Ricompare il maculato oltre al velluto e al raso. Hanita evoca l’atmosfera del viaggio, inteso come momento di relax e gioia. Colori vivaci e solari ma anche il bianco e nero, magari illuminati di paillettes. Plissettature e top di maglia metallica per movimentare un abito (foto in basso). Tela da paracadute per il vestito con volants. Annarita passa dall’abito vestaglia in seta stampa kimono alla tuta con inserti di pizzo. Sulla passerella di Annakiki, dove sfila anche l’uomo, domina il nero. Sempre movimentato. Da strisce argentate per il blazer, da pois per la gonna a palloncino, da un motivo di cerchi per la cappa-spolverino, da spuntoni da istrice per i top effetto armatura. Luisa Beccaria non si smentisce e regala un’esplosione di pervinca, lilla, azzurri sfumati, argento che raccontano fiori, cielo, mare per abiti donanti e femminili. Da Vivetta, che sfila nei Chiostri di San Barnaba, il pois è il filo conduttore. Bianco su fondo nero inizialmente, diventa quadrato e si tinge di azzurro, di verde, di rosa.
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