C’è chi pensa, ma già illustri
avvocati del settore lo confermano, che alla fine di questa pandemia ci sarà un
crescendo di cause di separazione e divorzio. La convivenza sotto lo stesso
tetto per quanto grande, piacevole per qualche giorno, può diventare un incubo
se prolungata e soprattutto non programmata e imposta. Ma anche l’isolamento
del single desta preoccupazioni e non a caso si pensa che psicanalisti e
neurologi avranno grande lavoro pure loro. Nell’arte può essere fonte di
riflessioni, pensieri, ispirazione. Da
marzo continua il Viaggio intorno alla
mia camera per la Fondazione Nicola Trussardi. Oggi Il Foglio riporta pensieri
liberi talvolta intimi di 32 artisti ed è un’occasione per rilevare che
degli interpellati solo quattro sono donne. My Art Guides dedica ogni settimana
a un artista un editoriale dal titolo A
room with a view, come il romanzo di Forster, a proposito della loro
esperienza di reclusione. Ora è il
momento di Christian Fogarolli (classe 1983) che pone la sua attenzione sul legame
tra normalità e devianza, argomento affrontato in varie sue opere tra cui lo
still video Pneuma, uno dei vincitori
del premio Italian Council, nel quale crea “una linea di connessione tra arte,
discipline scientifiche e cura mentale”. Nella sua lettera parla del soggiorno
forzato nello studio di Trento sua città
natale e all’aver dovuto rinunciare a seguire a Berlino il suo progetto. Ma rivela anche
di aver capito che questa esperienza negativa gli ha insegnato che le certezze
dell’esistenza sono minime, nulla è garantito. La precarietà non è solo nell’economia,
come molti pensano, convinti nella vita e nel lavoro di essere immortali. Inquietante
la foto di lui disteso su un pavimento che si intravvede da un muro. Con gli
occhi spalancati.
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