Può capitare di questi tempi in
una torrida Firenze, popolata da turisti zombi che non desistono a farsi dei
selfie, di entrare in antichi palazzi per ammirarne il cortile, ma soprattutto
alla ricerca di qualche grado di calore in meno . Palazzo
Strozzi è una di
queste mete, una targa indica che c’è la mostra sul Verrocchio. Ma qualcosa di
colorato che dondola in mezzo al cortile attrae l’attenzione. E’ una tela dai
colori solari, gli stessi della pace, ma non è il solito striscione. Guardando meglio ci si rende conto che è un’immensa
amaca legata con corde a una struttura fatta di pali, di un telone di copertura trasparente e di un pavimento di legno. A fianco c’è uno scaffale, dove sono posate
scarpe di vari numeri e tipo. Sulle amache sono distesi adulti che leggono o
ammirano il soffitto, bambini che saltano, qualcuno cerca perfino di dormire.
E’ un’installazione del collettivo di artisti brasiliani Opavivarà! E lì dal 16 maggio e ci resterà fino al 14
luglio. Tutti sono invitati a salirvi, purché senza scarpe, senza avere
in mano cibo o bevande e, se bambini, sotto la sorveglianza di un adulto. E’ un
modo totalmente nuovo, "anticonvenzionale e senza gerarchie" per vivere
l’architettura del palazzo e magari incontrarsi. Non a caso s’intitola Rede social. E’ la fase finale di Beyond Performance, a
cura di Alberto Salvadori, che ha visto dal 12 aprile al 12 maggio, nei saloni della
Strozzina, un’installazione dell’artista inglese Cally Spooner (classe 1988), che coinvolge il pubblico sul rapporto tra realtà e manipolazione
della realtà con un video e un coro di donne che trasforma in canto gli appunti di
un’agenzia di pubblicità. E in contemporanea un percorso con performance tra video, pittura e musica del messicano Mario
Garcìa Torres (classe 1975).
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