Difficile dire chi siano i protagonisti di Pitti Uomo
per il prossimo inverno. Schematico parlare di varietà di proposte, anche se,
pur avendo tutti i marchi gli stessi obiettivi, cercano di mettere in risalto,
ognuno, elementi identificanti. Impresa non facile dato che nella
moda maschile pare impossibile trovare qualcosa d’inedito. Specie considerata la tendenza a collezioni funzionali. Certo con le eccezioni. Come Haculla, brand creato da Jon Koon e ispirato al lavoro dello street artist Hanif Guzman. Sebbene i capi, con qualche riserva, siano portabili e richiamino il punk e lo street style anni ‘80. Non convenzionale, anche troppo, la sfilata, con musiche da sette sataniche e inquietanti enormi pupazzi in
passerella(in basso). Come gadget per gli ospiti pupazzi in scatole a forma di bara. L’outdoor e i capi pesanti sono i più visti, ma la camicia è in primo piano. In vari tessuti, dai quadroni cow-boy al tartan, dal disegno Kashmir alla stampa floreale, anche in tessuti pesanti per diventare giacca, da portare su T-shirt o pull. Così la performance shirt del brand newyorkese Isaora con gli italiani Gallia e PH Apparel. Il concetto di trasformismo è da Lamborghini che propone, nella collezione caratterizzata dalla Y per richiamare la spigolosità dell’auto, una giacca tripla e double face. Trasformismo, ma per il politically correct, da Schneiders che fa diventare la giacca da caccia austriaca lo Walk-the-dog-parka. La ricerca di capi caldi vede il ritorno del piumino, con però materiali ecosostenibili per l’imbottitura, come da Ahirain che usa piume riciclate e pressate a formare un tessuto. Chimborazo (nome di un vulcano dell’Equador) marchio nato a Milano nel 2017 con i costumi da bagno stampati con animali in estinzione, sceglie un poliestere ottenuto da plastica riciclata per i nove giacconi. In alcuni e negli scaldacollo mette una chiavetta USB a cui applicare una batteria per riscaldare ulteriormente. Continua l’ispirazione allo sport, l’alpinismo, specie per le scarpe, è il maggiore ispiratore, ma c’è chi come Everlast guarda alla boxe e sceglie il nuovo Student Hotel per la presentazione. S’ ispirano a pezzi d’archivio gli scarponcini di Bally con un gommino sulla suola Vibram, che si colora di blu quando il freddo aumenta e attiva l’antiscivolo. Riferimenti alla montagna anche per le stringate in camoscio spazzolato di Doucal’s. Materiali ecosostenibili per le scarpe di Alberto Fasciani, che inventa la sneaker no sneaker, con la comodità della scarpa da sport e il pellame e l’eleganza della stringata. Lumberjack lavora sul Green Project e crea modelli realizzati con materiali di scarto delle calzature. Per i modelli in pelle usa la concia vegetale. Concia vegetale anche da Serapian per borse,zaini,piccola pelletteria. Tra le novità l’intrecciato a mano, effetto mosaico, creato nel 1947. La pelle, comunque, continua a essere al centro della scena. E lo è stata soprattutto ieri sera per l’evento organizzato da Cuoio di Toscana, consorzio di riferimento per le griffe internazionali. Con il filmato Show your sole, su progetto di Fabiana Giacomotti e regia di Marco De Giorgi, che racconta la moda attraverso le scarpe di 25 sfilate.Proiezione preceduta, a sorpresa, da un coinvolgente concerto di Francesco De Gregori.
moda maschile pare impossibile trovare qualcosa d’inedito. Specie considerata la tendenza a collezioni funzionali. Certo con le eccezioni. Come Haculla, brand creato da Jon Koon e ispirato al lavoro dello street artist Hanif Guzman. Sebbene i capi, con qualche riserva, siano portabili e richiamino il punk e lo street style anni ‘80. Non convenzionale, anche troppo, la sfilata, con musiche da sette sataniche e inquietanti enormi pupazzi in
passerella(in basso). Come gadget per gli ospiti pupazzi in scatole a forma di bara. L’outdoor e i capi pesanti sono i più visti, ma la camicia è in primo piano. In vari tessuti, dai quadroni cow-boy al tartan, dal disegno Kashmir alla stampa floreale, anche in tessuti pesanti per diventare giacca, da portare su T-shirt o pull. Così la performance shirt del brand newyorkese Isaora con gli italiani Gallia e PH Apparel. Il concetto di trasformismo è da Lamborghini che propone, nella collezione caratterizzata dalla Y per richiamare la spigolosità dell’auto, una giacca tripla e double face. Trasformismo, ma per il politically correct, da Schneiders che fa diventare la giacca da caccia austriaca lo Walk-the-dog-parka. La ricerca di capi caldi vede il ritorno del piumino, con però materiali ecosostenibili per l’imbottitura, come da Ahirain che usa piume riciclate e pressate a formare un tessuto. Chimborazo (nome di un vulcano dell’Equador) marchio nato a Milano nel 2017 con i costumi da bagno stampati con animali in estinzione, sceglie un poliestere ottenuto da plastica riciclata per i nove giacconi. In alcuni e negli scaldacollo mette una chiavetta USB a cui applicare una batteria per riscaldare ulteriormente. Continua l’ispirazione allo sport, l’alpinismo, specie per le scarpe, è il maggiore ispiratore, ma c’è chi come Everlast guarda alla boxe e sceglie il nuovo Student Hotel per la presentazione. S’ ispirano a pezzi d’archivio gli scarponcini di Bally con un gommino sulla suola Vibram, che si colora di blu quando il freddo aumenta e attiva l’antiscivolo. Riferimenti alla montagna anche per le stringate in camoscio spazzolato di Doucal’s. Materiali ecosostenibili per le scarpe di Alberto Fasciani, che inventa la sneaker no sneaker, con la comodità della scarpa da sport e il pellame e l’eleganza della stringata. Lumberjack lavora sul Green Project e crea modelli realizzati con materiali di scarto delle calzature. Per i modelli in pelle usa la concia vegetale. Concia vegetale anche da Serapian per borse,zaini,piccola pelletteria. Tra le novità l’intrecciato a mano, effetto mosaico, creato nel 1947. La pelle, comunque, continua a essere al centro della scena. E lo è stata soprattutto ieri sera per l’evento organizzato da Cuoio di Toscana, consorzio di riferimento per le griffe internazionali. Con il filmato Show your sole, su progetto di Fabiana Giacomotti e regia di Marco De Giorgi, che racconta la moda attraverso le scarpe di 25 sfilate.Proiezione preceduta, a sorpresa, da un coinvolgente concerto di Francesco De Gregori.
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